
Inter, Lucien Favre se lo gode da lontano, dalla sua Losanna affacciata sul lago di Lemano. Non più in panchina, ma ancora con l’occhio lucido di chi riconosce i talenti che ha forgiato. Tra Marco Reus e Mario Balotelli, nell’album dei ricordi del tecnico svizzero, c’è anche Manuel Akanji, allenato al Borussia Dortmund per 85 partite tra il 2018 e il 2020.
⚫️🔵🇹🇷Calhanoglu, parla il padre: "Hakan contento all'Inter. Fuori luogo ogni ipotesi di trasferimento, ha altri 2 anni di contratto" https://t.co/kzt2HQaXw8
— Daniele Mari (@marifcinter) September 8, 2025
Oggi il difensore veste la maglia dell’Inter, e Favre non nasconde l’orgoglio: “Quando ho letto del suo trasferimento a Milano sono rimasto contento. Al City Akanji ha vinto tutto, ora spero che si ripeta anche all’Inter“.
Favre ricorda il primo incontro con Akanji, appena arrivato a Dortmund: “Di solito quando si parla di un centrale difensivo ci si concentra sulla marcatura, sull’anticipo, sulla solidità. Di lui mi dissero invece che la sua qualità migliore era la visione offensiva. Già dai primi allenamenti mi colpirono la padronanza tecnica e le letture“. (continua dopo la foto)

Il tecnico lo utilizzò sia in una linea a quattro sia come braccetto di difesa a tre: “È sempre stato un leader, in alcune occasioni gli ho dato anche la fascia di capitano. La sua partita più bella? La Supercoppa di Germania del 2019 contro il Bayern, quando annullò Lewandowski“.
Oggi all’Inter Akanji rappresenta, secondo Favre, un valore aggiunto con caratteristiche precise: “Con lui in campo hai due armi tattiche. È un computer: palla al piede sa sempre cosa fare e come servire le punte. La sua specialità è rompere la linea avversaria e creare superiorità. Partendo da destra può spingersi ancora di più in avanti“.
Dietro alla crescita del difensore c’è un approccio metodico: “Dopo gli allenamenti restava mezz’ora in più per lavorare su un fondamentale: i passaggi, i colpi di testa, i tiri, gli anticipi. Un giorno gli chiesi cosa volesse raggiungere. Mi rispose: ‘Mister, voglio arrivare sempre più in alto’. E alla fine ci è arrivato“.
L’ex allenatore del Dortmund sottolinea anche il ruolo decisivo avuto da Akanji al City: “Se hanno vinto la Champions è anche merito suo. Nell’azione del gol di Rodri è lui che avvia l’azione. Non parlo di assist, ma della capacità di costruire il gol”. Per Favre, dunque, il giudizio è netto: “Con lui l’Inter ha blindato la difesa. È un colpo da scudetto“.
Nelle stesse ore in cui Favre tesse le lodi di Akanji, però, da Istanbul arrivano nuove rivelazioni sul mancato trasferimento di Hakan Calhanoglu al Galatasaray. E non si tratta di “ricordi lontani”, ma di fatti che risalgono a pochi giorni fa. E che aprono una nuova discussione sulle motivazioni del giocatore nel trascorrere un’altra stagione a Milano. (continua dopo la foto)

Okan Buruk, allenatore dei giallorossi, ha raccontato: “Lo volevamo davvero, è un grande tifoso del Galatasaray. Abbiamo provato anche la scorsa settimana, ma l’Inter non ha voluto venderlo. Avrebbero accettato solo con un’offerta molto superiore alla norma“.
L’operazione si è arenata davanti a una richiesta da 40-45 milioni: “Anche Hakan avrebbe fatto dei sacrifici tagliandosi lo stipendio, così come Gundogan. Ma l’Inter ha detto no”. Un’affermazione che non può lasciare tranquilli i tifosi nerazzurri, perché se Buruk ha detto il vero, segnala la volontà precisa di Calhanoglu di tornare in patria.
In molti si chiedono se trattenerlo all’Inter “controvoglia” non sia stato un errore. Si tratta, in ogni caso, dell’ennesima scommessa di un mercato estivo che non ha convinto da parte dei nerazzurri, e sul quale Marotta e Ausilio si giocano moltissimo, a partire dalle scelta di un allenatore con poca esperienza a certi livelli come Chivu.
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