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Durante il torneo di Rotterdam, in cui ha perso nei quarti di finale contro Hubert Hurkacz, il tennista russo Andrey Rublev ha aperto il suo cuore parlando della sua lotta contro la depressione. Rublev ha dichiarato. Le sue parole hanno evidenziato la fragilità e la determinazione del campione nel riconoscere le proprie debolezze e nel lavorare per superarle.
Rublev e la depressione: “Mi davo racchettate fino a sanguinare, i pensieri mi stavano uccidendo” – la Repubblica https://t.co/1G3smQO1TR
— Maria🌰 (@Maria15112786) February 8, 2025
“Mi sento come una persona dipendente da qualcosa. Ogni giorno ho paura. Oggi sono riuscito a calmarmi, non so se domani ci riuscirò. L’importante è accettarsi, mettere da parte il proprio ego e ascoltare la propria voce interiore. Consiglio a tutti di essere onesti con se stessi. Il 99 per cento delle persone al mondo, anche se pensano di esserlo, non sono completamente oneste con se stesse.”
Il tormento a Wimbledon 2024
Rublev aveva già affrontato il tema della sua crisi emotiva durante gli Australian Open, ma ha ricordato il momento più difficile della sua carriera nel corso di un’intervista al Guardian. Il tennista ha raccontato:
“Quando rivedevo i video delle racchettate mi sentivo male perché non sono quel tipo di persona. Ma quello lì non sono più io, quelle immagini appartengono a una vita precedente. Wimbledon 2024 è stato il momento peggiore della mia vita, ma il tennis non c’entrava niente. Niente aveva più senso. La mia testa era affollata da pensieri che mi stavano uccidendo, una situazione che non riuscivo più a gestire. Ora mi sento meglio. Comincio a essere più equilibrato perché sono onesto con me stesso. Vedo la mia situazione in modo più realistico. È meno drammatica di prima, quindi ho un rapporto un po’ più sano con la mia persona.”
Questa confessione sottolinea quanto il tennista abbia dovuto fare i conti non solo con le pressioni sportive, ma anche con un dolore interiore che ha quasi compromesso il suo rapporto con il tennis.
Il supporto di Marat Safin e il percorso verso il recupero
Nel suo percorso di risalita, Rublev ha anche riconosciuto di aver affrontato momenti estremamente difficili dal punto di vista psicologico. Il tennista ha spiegato:
“Prima prendevo delle pastiglie che non mi erano affatto d’aiuto. Ho smesso di assumerle e ho trovato supporto in Marat Safin. Ho iniziato a lavorare con uno psicologo e imparato molto su me stesso. Anche quando non mi sento di buon umore, non provo più quella folle ansia e lo stress di non capire cosa fare della mia vita.”
Il supporto di figure come Marat Safin e l’aiuto di uno psicologo hanno giocato un ruolo fondamentale nel suo percorso di crescita personale, permettendogli di affrontare la depressione e di ritrovare un equilibrio interiore.
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