
Lewis Hamilton con la Ferrari sta vivendo una delle stagioni più difficili della sua carriera. Sedici Gran Premi senza un podio e una vettura che non gli permette di esprimersi al massimo hanno scatenato un fuoco di fila di critiche, spesso sproporzionate e talvolta pretestuose, come sottolinea Alessio Morra in una lunga e dettagliata analisi per Fanpage.it.
La F1 arriva a Baku per il GP d'Azerbaijan, 17° tappa del mondiale 2025. Il tracciato cittadino è alla sua 9° gara di Formula 1.
— F1INGENERALE (@F1ingenerale_) September 16, 2025
Il maggior numero di pole appartiene a Leclerc mentre Hamilton è l'unico altro pilota della griglia attuale ad essere mai pa… https://t.co/lpouhrMhdL pic.twitter.com/KRtKAzkUZK
Dalle accuse di scarso rendimento ai suggerimenti di ritiro anticipato, il sette volte campione del mondo si trova a dover rispondere più agli attacchi mediatici che agli avversari in pista. La F1 è concentrata sul duello tra Norris e Piastri e sull’impressionante rendimento di Verstappen, mentre Hamilton, pur mostrando lampi di classe, soffre il confronto con Leclerc e una Ferrari che si è dimostrata poco competitiva, per usare un eufemismo.
Le critiche, però, non tengono conto della realtà: Hamilton ha commesso qualche errore, ma il clima intorno a lui è spesso esagerato, come se l’inglese fosse già considerato superato. Alain Prost ha voluto sottolinearlo con chiarezza: “Quando vinci con la Ferrari è meglio che in qualsiasi altro team, ma quando non ci riesci, è peggio. Tutti lo sanno, tutti ne scrivono, ma nella vita reale è diverso“. (continua dopo la foto)

Dopo l’addio alla Mercedes, dove Hamilton era protetto e circondato da un team di fiducia formato da Toto Wolff e dal suo ingegnere di riferimento, il passaggio alla Ferrari ha portato un nuovo modo di lavorare, una nuova cultura e una macchina diversa. I risultati sono stati altalenanti, ma il britannico ha mostrato più volte di poter salvare situazioni difficili, come dimostrano alcune gare recenti, in cui ha espresso il talento che lo ha reso leggenda della F1.
Nonostante le difficoltà, Hamilton resta un pilota unico, paragonabile solo a Senna e Schumacher. La critica spesso dimentica che la storia recente del britannico è costellata di sfide difficili: dal dramma di Abu Dhabi 2021 all’adattamento in Ferrari, passando per anni di confronti con Vettel. Chi lo ha conosciuto, come Niki Lauda, sa che Hamilton possiede una resilienza fuori dal comune: sa reagire, sa rimediare e non si abbatte.
Hamilton, il 2026 come anno del riscatto
Il finale di stagione 2025 offre ancora occasioni di riscatto. Gare come Baku e Singapore rappresentano opportunità concrete per conquistare almeno un podio da pilota Ferrari e dimostrare che le critiche erano premature.
Guardando al 2026, con una vettura competitiva e una strategia più stabile, Hamilton potrebbe tornare a lottare per il titolo mondiale. La storia insegna che un campione vero non si misura solo dai risultati immediati, ma dalla capacità di rispondere alle avversità: Hamilton ha ancora tutto ciò che serve per farlo.
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