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Garlasco, l’ex maresciallo Marchetto rompe il silenzio sul delitto

Il maresciallo “scomodo” e le sue condanne

Figura controversa, Marchetto è stato allontanato dall’indagine appena dopo l’inizio delle operazioni investigative. Quello che seguì fu un progressivo declino giudiziario e personale. Ebbe a suo carico una condanna per favoreggiamento della prostituzione (era stato trovato in malattia in un night club che lui stesso aveva fatto chiudere due volte); una per peculato, per aver prestato un GPS alla zia di Andrea Sempio che lo usò per pedinare il marito e una per falsa testimonianza legata proprio al delitto Poggi. “Mi hanno chiesto 40 mila euro di risarcimento alla famiglia Poggi. Proprio ora che sto tornando a occuparmi del caso. È come se fosse la mia ultima indagine. Una guerra tra il bene e il male. Anche per riabilitarmi”.

L’ossessione per Stasi, le gemelle Cappa e le piste ignorate

Marchetto ammette di essere stato il primo a puntare il dito su Stasi, già la sera del 13 agosto 2007: “Gli chiesi della ragazza e mi parlò del volto pallido. Gli mostrai una foto e dissi: è questa, stronzo? Ma era solo un ragazzo nel panico”. Poi racconta di aver ispezionato la bici nera da donna presente nell’autofficina del padre di Stasi. La bicicletta non venne sequestrata né da lui né dai colleghi della Compagnia di Vigevano. E affonda: “C’erano testimonianze su Stefania Cappa in bici quella mattina, e altre incongruenze legate alla madre. Ma il capitano Cassese disse: tengono l’alibi. Ma chi lo ha mai verificato davvero?” Una stoccata diretta al comando superiore che secondo Marchetto avrebbe bloccato le piste alternative. Infine, Andrea Sempio, oggi l’unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Marchetto spiega che non ne aveva mai sentito parlare all’epoca: “Lui e il suo gruppo erano ragazzini. Solo ora, con l’indagine nuova, è saltato fuori”. Per Marchetto la chiave del delitto sta nel movente: “Chi ha ucciso Chiara Poggi? Perché? Quando si capirà il perché, la verità farà male a due famiglie. E allora si capirà anche che male è stato fatto a me”.

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