
La stagione della Fiorentina si sta rivelando un vero enigma, con alti e bassi che hanno caratterizzato il primo anno di Raffaele Palladino sulla panchina viola. Dopo un avvio promettente, la squadra è scivolata in un periodo di difficoltà, con diverse sconfitte consecutive che hanno incrinato il rapporto tra l’allenatore e la tifoseria.
#Dionigi: "#Palladino? #Firenze non è #Monza, ma gli allenatori giovani devono essere…" 😅⚽️https://t.co/FbsTs9col0
— Fiorentina Uno (@FiorentinaUno) February 24, 2025
Più dei risultati, ciò che preoccupa l’ambiente è il gioco espresso dalla squadra. Dopo il triennio di Vincenzo Italiano, caratterizzato dal dominio del possesso e da un’identità ben definita, l’approccio più attendista di Palladino fatica a essere accettato. La Fiorentina attuale sembra troppo dipendente dalle giocate individuali, con l’asse De Gea-Kean spesso decisivo, ma senza una struttura di gioco che dia continuità alle prestazioni.
Anche la società si aspettava qualcosa di diverso, considerando che il mercato era stato condotto in sintonia con le richieste del tecnico. Ferrari, in particolare, ha manifestato chiaramente un certo disappunto, mentre le voci su una spaccatura tra Palladino e Pradè sono state smentite, ma lasciano comunque qualche ombra sull’armonia interna al club.
Il match di venerdì contro il Lecce rappresenta uno snodo cruciale: una vittoria potrebbe ridare ossigeno al tecnico, mentre un nuovo passo falso rischierebbe di compromettere ulteriormente la sua posizione. La corsa all’Europa League è ancora possibile, sia attraverso il campionato che tramite la Conference League, dove la doppia sfida contro il Panathinaikos sarà decisiva per il futuro della squadra.
Fiorentina, Palladino di fronte a una prova difficile
Il calendario però non è molto favorevole: dopo il Lecce, la Fiorentina dovrà affrontare un ciclo di gare molto impegnative, che metteranno a dura prova la tenuta del gruppo e, soprattutto, la posizione dell’allenatore.
La tifoseria, intanto, sembra aver già scelto il proprio candidato ideale per un eventuale cambio in panchina: Maurizio Sarri. Il tecnico toscano, reduce dall’esperienza alla Lazio, rappresenta un nome capace di riaccendere l’entusiasmo, soprattutto per la sua filosofia di gioco offensiva e organizzata.
Al momento, però, il suo arrivo appare più un’ipotesi che una possibilità concreta. Il rischio è quello di una conferma “a tempo” per Palladino, una situazione spesso preludio di un addio già scritto. Senza risultati immediati, la pressione potrebbe diventare insostenibile, spingendo la società a una decisione drastica.
Il futuro della Fiorentina si gioca nelle prossime settimane, tra l’obbligo di tornare a vincere e il sogno di un nuovo corso con un’identità più chiara.
Leggi anche:
- Milan, Zlatan Ibrahimovic sulla graticola: le durissime accuse e le ironie dei tifosi
- La Fiorentina affonda a Verona, per l’Hellas punti preziosi in chiave salvezza