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“Così male no”: Ferrari, i piloti sono a terra e la macchina proprio non va

Il cielo sopra la Ferrari non è solo cupo, ma anche sospeso. Come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa di importante che, però, non accade mai. Charles Leclerc e Lewis Hamilton hanno chiuso il weekend con parole amare, con sorrisi tirati che nascondono l’inquietudine. La nuova Ferrari, si è capito, sinora ha frustrato i sogni, di chi la guida e di chi la guarda.

Leclerc partiva secondo, ha chiuso quarto. “Il nostro massimo non è ancora abbastanza”, ha detto senza girarci intorno. Ha fatto quello che poteva, ma dare tutto non è bastato. “È deludente quando dai tutto e finisci quarto. Mi sono battuto, ma non era abbastanza. La situazione non mi fa sorridere”. Il tono non è arrabbiato, peggio: è rassegnato.

La strategia? “Era quella che volevamo dall’inizio. La safety car ha cambiato tutto. Dovevamo andare sulla gomma dura perché la soft degradava troppo. Ma loro, la McLaren, oggi hanno la macchina più completa”. Parole da uomo maturo, ma con gli occhi di chi vorrebbe essere più vicino ai primi, e invece non ha il mezzo adatto per competere.

Dietro l’aplomb inglese, anche Lewis Hamilton mastica amaro. “Non mi aspettavo che andasse così male e che la mia capacità di adattarmi a questa macchina fosse così incostante”, ha detto. Una dichiarazione che pesa: non solo la macchina delude, ma lo fa sentire fuori fase, lontano dalle sue potenzialità reali..

Eppure, con la grinta del campione, ha aggiunto: “Va bene così, continuerò a spingere. Oggi spero di aver dimostrato di avere ancora qualcosa dentro di me”. E lo ha fatto rimontando alcune posizioni in gara, da nono alla partenza a quinto al traguardo, tanto che è stato votato “Driver of the day”. Hamilton non si nasconde, sa di dover risalire, si mette in discussione, ma resta un fatto: se la macchina non va non si possono fare miracoli.

Frédéric Vasseur ha provato a gettare acqua sul fuoco. “La safety car è uscita nel momento in cui andavamo meglio, ci ha impedito di sfruttare le gomme più fresche. Ma non è qualcosa che si può controllare”. E sulla McLaren: “Oggi ha la macchina più completa, in media ha due-tre decimi di vantaggio su di noi. Ma la situazione può cambiare da GP a GP”.

Resta il fatto che oggi, anche a livello di strategia, qualcosa non ha funzionato. E anche Vasseur lo ammette: “Con la safety car, scegliere la soft sarebbe stato molto audace. Abbiamo preferito restare prudenti. Ma sono gli episodi a dettare le scelte”.

Gedda incombe, ma le speranze di un netto cambio di passo sono poche. “Dobbiamo placare le aspettative”, avverte Vasseur. Nel prossimo Gran Premio la gestione gomme sarà diversa, si può osare di più. Ma questa Ferrari ha bisogno di un guizzo, di un colpo di reni, di un’illuminazione tecnica che oggi sembra ancora lontana.

Intanto, i piloti tirano dritto e cercano di tenere duro in attesa di tempi migliori. Certo dev’essere frustrante per loro vedere le macchine avversarie correre via come lepri irraggiungibili. E anche con le dirette rivali, tutte staccatissime dalle McLaren, per ora si fa molta fatica. La Ferrari, quella vera, forse non è lontana. Ma oggi, è chiaro, non c’è ancora.

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