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Il dramma dell’ex campione di serie A: “La carriera stroncata da un tumore, non tornai più lo stesso”

ROME, ITALY – SEPTEMBER 01: Leandro Castan of AS Roma in action during the friendly match between AS Roma and Chapecoense at Olimpico Stadium on September 1, 2017 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Leandro Castan dopo il tumore: dalla disperazione a una rinascita

L’intervento chirurgico rappresenta una sfida enorme, rischiosa e dolorosa. Le parole di Leandro Castan sono intrise di emozione: «Sono scoppiato a piangere con mia moglie. Non ero morto». Il ritorno in campo, seppur simbolico, è un trauma: il corpo non risponde come prima, il controllo è svanito, il calcio che amava è diventato un ricordo difficile da accettare. Non mancarono momenti di tensione con compagni e allenatori: “Con Spalletti ho fatto più fatica… Mi ha detto che con lui non avrei più giocato.” Ma anche atti di grande umanità, come l’affetto di Walter Sabatini, che definì il suo impegno come quello di un “secondo padre”.

Dopo una serie di tentativi per tornare competitivo, anche con un’esperienza in Svezia, la realtà è stata inesorabile: Leandro Castan ha dovuto salutare il campo, ma non il calcio. Oggi si dedica allo studio per diventare allenatore, con il sogno di trasmettere la sua esperienza e la sua forza alle nuove generazioni. In Brasile, dove è tornato, si prepara a raccontare ai suoi figli la storia di un bambino di Jaú che ha vinto la sua battaglia più difficile.

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