
Claudio Ranieri, uomo d’esperienza e di cuore, parla come sempre con franchezza. Ma in pochi si aspettavano ciò che ha detto oggi in conferenza stampa. “Resto solo se conto”, ha affermato parlando del suo futuro. Un’espressione che suona come un campanello d’allarme. Un avvertimento elegante, ma che lascia intuire un’insofferenza, o quantomeno una richiesta implicita di rispetto e centralità.
Claudio #Ranieri fa chiarezza sul proprio ruolo all'interno della #ASRoma dalla prossima stagione.
— Calcio In Pillole (@CalcioPillole) April 10, 2025
Sarà un consigliere speciale dei #Friedkin e in quanto tale sarà al centro del progetto nei consigli per le diverse scelte che la società dovrà prendere.#cip #calcioinpillole pic.twitter.com/fbP6HLtw65
Il tecnico che ha rilanciato la Roma si prepara a passare il testimone. Ma resterà in società come “senior advisor”. Dice: “Mo’ traducetelo come ve pare”. E aggiunge subito un limite chiaro: “Non farò il parafulmine di nessuno. Se non decido e non mi sento importante, me ne vado”. È qui che il tono cambia. L’ironia romana cede il passo a una nota seria. Ranieri non accetterà un ruolo decorativo. Vuole contare davvero, oppure uscirà di scena.
Parlando della ricerca del nuovo allenatore, Ranieri ha spiegato il metodo: una lista da 7-8 nomi, scremata fino a 3-4, frutto del lavoro con Ghisolfi e allineata allo stile inglese. Ma la scelta finale, precisa, spetterà ai Friedkin. E torna il sottotesto: “Se arriva un dirigente sopra di me, io che ci sto a fare?”. La distanza tra consigliere e decisore è sottile, ma Ranieri parla chiaro. Non accetterà compromessi.
Ranieri, messaggio chiaro ai Friedkin
Ranieri ha poi rivendicato il proprio impatto sulla realtà della squadra: “Dopo una settimana sapevo che l’avrei rimessa a posto”. E ribadisce il legame con lo spogliatoio: “La squadra mi dà tutto”. Su Pellegrini, è netto: “Uno dei centrocampisti più forti d’Italia”. Ma, per il futuro, affida la scelta al giocatore: “Dipende da Lorenzo”, dice il tecnico della rinascita.
Ranieri, quindi, non lascia messaggi cifrati. Parla chiaro, come sempre. Ma questa volta, il tono lascia spazio a una riflessione: la Roma è pronta a riconoscergli davvero un ruolo centrale? O rischia di perdere, tra le pieghe della diplomazia, uno dei suoi riferimenti più autentici? I Friedkin dovranno pensarci bene, prima di fare nuovi errori. Quegli errori a cui proprio il tecnico del Testaccio ha messo una pezza: ma ripeterli sarebbe imperdonabile.
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