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Ciclismo su strada e MTB: differenze, gare e curiosità

Il gruppo compatto al Tour de France

Il ciclismo su strada e la mountain bike (MTB) sono due discipline affascinanti ma molto diverse. Il primo si svolge su asfalto, con gare su lunga distanza come il Tour de France. La MTB, invece, si pratica su terreni sterrati e tecnici, con gare dinamiche e avventurose.

Differenza tra bici da corsa e mountain bike

La bici da corsa (road bike) e la mountain bike sono due mondi piuttosto distanti, progettati per usi diversi. La bici da corsa è costruita per la velocità su asfalto: telaio leggero, ruote sottili, pneumatici lisci, manubrio curvo (drop bars) per abbassare la posizione del corpo e migliorare l’aerodinamica. Le bike da corsa raramente hanno sospensioni, perché il terreno è uniforme, e il rapporto peso/potenza è massimizzato per le salite, per la velocità e per l’efficienza.

La mountain bike (MTB), invece, è fatta per il fuoristrada: terreni sconnessi, radici, pietre, discese ripide. Ha ruote più larghe, pneumatici tassellati, sospensione anteriore o anche posteriore (hardtail o full suspension), geometria più robusta e posizione in sella più eretta, per garantire controllo e stabilità su terreni difficili. Il peso è maggiore, la trasmissione (marce, rapporti) è adatta a salite ripide e a discese tecniche. In sostanza la bici da corsa eccelle su strada, velocità e lunghe distanze su asfalto; la MTB è ideale per il trail, il cross‑country, i percorsi sterrati o più impervi.

Il costo di una bici professionale (road bike di alto livello) può variare parecchio, a seconda del marchio, dei materiali, dei componenti (gruppi, trasmissione, freni, ruote) e del livello di personalizzazione. Una bici di fascia alta può partire da qualche migliaio di euro per modelli “semi‑professionali”, fino a superare i 10.000 euro per telai in carbonio, gruppi di comando elettronici, ruote ultraleggere, freni a disco, componenti di marca top. Alcuni modelli speciali, limitati o edizioni particolari, possono costare cifre ben superiori. In generale, più si sale nei livelli professionali, più si paga per leggerezza, precisione, tecnologia, e anche per supporto tecnico. Ma per chi è appassionato, c’è un rapporto costo/utilità: a volte spendere molto significa anche avere prestazioni migliori, che però contano davvero solo ad alti livelli. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Quali sono le tappe più famose del Giro d’Italia?

Alcune tappe, nel corso degli anni, sono diventate veri e propri simboli della competizione, momenti scolpiti nella memoria degli appassionati e dei campioni che vi hanno gareggiato. Tra queste spicca il Monte Zoncolan, probabilmente la salita più temuta del ciclismo italiano. Le sue pendenze proibitive mettono a durissima prova anche i corridori più forti, e spesso si rivela un banco di prova decisivo per la classifica generale.

Non meno leggendario è il Passo del Mortirolo, che con i suoi tornanti stretti e le rampe micidiali ha scritto pagine indimenticabili della corsa rosa. Un altro luogo che negli ultimi anni ha guadagnato importanza è il Colle delle Finestre, celebre anche per i suoi lunghi tratti di sterrato che mettono alla prova non solo la resistenza fisica, ma anche la capacità tecnica e mentale dei corridori.

Tappe con arrivi in alta quota come il Blockhaus, il Passo Pordoi o lo Stelvio aggiungono ulteriore fascino al Giro. Queste montagne rappresentano il cuore pulsante della corsa: lì si compiono le imprese più memorabili, lì si consumano i crolli e gli scossoni in classifica. Le condizioni meteo estreme, la rarefazione dell’aria e la tensione accumulata durante la gara rendono queste ascese decisive ai fini della classifica finale. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Roglic sul traguardo
ROME, ITALY – 2023/05/28: Primo Rogli of Slovenia and Team Jumbo-Visma – Pink Leader Jersey on the finish line in Rome during the 106th Giro d’Italia 2023. 106th Giro d’Italia 2023, Stage 21 a 126km stage from Rome to Rome / #UCIWT. (Photo by Stefano Costantino/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Quali benefici porta il ciclismo alla salute?

Il ciclismo è uno sport con tantissimi benefici, adatto a quasi tutti, dai principianti ai professionisti. È un esercizio aerobico che aiuta il cuore, i polmoni e la circolazione. Pedalare regolarmente rafforza il sistema cardiovascolare, abbassa la pressione sanguigna, migliora la capacità polmonare. È anche povero di impatto, cioè mette meno stress su articolazioni come ginocchia e caviglie rispetto ad altri sport come la corsa.

Migliora l’equilibrio, la coordinazione, la forza soprattutto degli arti inferiori (quadricipiti, glutei, polpacci) e della parte centrale del corpo (core), perché richiede stabilità. Inoltre aiuta a bruciare calorie, a gestire il peso, a migliorare l’umore e a ridurre stress: muoversi in bici può liberare endorfine e avere benefici psicologici, ambientali (l’utilizzo di meno auto contiene l’inquinamento), sociali (gruppi ciclistici, eventi). Anche per anziani o persone con problemi articolari è spesso consigliato come attività fisica.

Quanti chilometri fanno i ciclisti professionisti in media?

I professionisti del ciclismo percorrono cifre impressionanti durante l’anno, considerando allenamenti, gare, trasferte. Anche nei periodi “di routine” possono fare decine di migliaia di chilometri l’anno. Alcuni studi suggeriscono che i corridori di livello World Tour superano i 30.000‑35.000 km all’anno tra allenamenti e competizioni. Durante le grandi corse a tappe come il Giro, il Tour, la Vuelta, i corridori affrontano spesso 3‑4.000 km solo durante quelle corse. Inoltre ci sono le giornate di allenamento, il recupero, i percorsi vari: pianura, montagna, tempo, sforzi vari. Queste distanze sono fondamentali per la resistenza fisica e per affinare tecnica, adattamento alla fatica, nutrizione, strategia di gara. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Qual è la differenza tra cronometro e gara in linea?

La cronometro (time trial) è una prova in cui ogni corridore parte da solo, a intervalli stabiliti, contro il tempo. Non ci sono compagni di squadra (a meno che non sia una crono di squadra) né attacchi diretti: conta solo coprire il percorso nel minor tempo possibile. Spesso le cronometro richiedono potenza costante e aerodinamicità perché l’effetto del vento, della posizione, dell’equipaggiamento può fare molta differenza.

La gara in linea è la forma più classica. Partenza in gruppo, con strategie di squadra, attacchi, fughe, sprint, discese, salite. Ci sono tattiche, alleanze temporanee, difesa del “leader” della classifica generale, momenti tattici (quando attaccare, quando rispondere, quando risparmiarsi). Le condizioni del percorso (montagna, colline, pianura) influenzano molto il tipo di corsa in linea, mentre nella cronometro il percorso è solitamente più controllato e con meno curve. Entrambe le tipologie fanno parte dei grandi tour e molti corridori si specializzano in uno o nell’altro tipo. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Che cos’è una granfondo?

Una granfondo è una manifestazione ciclistica su strada, dilettantistica e amatoriale (ma spesso anche agonistica), organizzata su lunghe distanze. In Italia si definisce granfondo una gara da strada che copre tipicamente dai 120 ai 170 km, con tolleranza percentuale. Non è professionistica come le corse World Tour, ma è molto ben organizzata, con percorsi segnati, ristori, servizi, cronometraggio, classifica. Serve per chi ama la fatica, i panorami, la sfida personale e conviviale al tempo stesso.

Molte granfondo si svolgono su percorsi accompagnati da salite celebri o strade leggendarie, trasformando l’esperienza in una specie di “mini tour” per appassionati, spesso con maglie o premi per categorie di età. Sono occasioni dove anche ex professionisti possono partecipare o essere ospiti, dove la comunità ciclistica si ritrova. In Italia sono diffusi un po’ ovunque e alcune come la Maratona dles Dolomites, la Nove Colli, la Milano‑Sanremo versione granfondo, sono molto partecipate, con migliaia di iscritti e atmosfera “bella fatica”.

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