“Vaff, mer”: Luciana Littizzetto senza freni a “Che tempo che fa” – Debutto di Che tempo che fa con Fabio Fazio su Discovery. Accanto a lui la sua solita spalla Luciana Littizzetto, con la classica “letterina”- monologo spedita ai telespettatori. Il destinatario? Non più i dirigenti di viale Mazzini, ma i nuovi “capi”. La trasmissione ha ottenuto un risultato strepitoso in termini di ascolti. Preceduta da un’anteprima, seguita da 1.633.000 spettatori con l’8.8% di share, la prima puntata della ventunesima edizione di ‘Che Tempo Che Fa’ è stata vista da una media di 2.100.000 spettatori con il 10,47% di share. A seguire ‘Che Tempo Che Fa – Il Tavolo’, dalle 22.23 alle 0.11, che ha registrato 1.122.000 telespettatori con l’8.2% di share. Numeri decisamente importanti. (continua a leggere dopo le foto)
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Luciana Littizzetto senza freni a “Che tempo che fa”: letterina choc
Un risultato senza precedenti, come sottolineato sull’account del programma: “Risultato storico per la prima puntata di Che Tempo Che Fa: 2,1 milioni di telespettatori e il 10,5% solo sul Nove, quintuplicando la media della rete, e 2,6 milioni e il 13% in simulcast. È il programma più visto di sempre su Warner Bros @DiscoveryItalia. Grazie, davvero”, si legge accanto ad una foto che vede i due conduttori sorridenti. Ma veniamo alla letterina di Luciana Littizzetto, che non è affatto passata inosservata. Il monologo si rivolgeva ai nuovi vertici: “Cara Nove, mettiamo le mani avanti Fabio, così se ci cacciano anche da qui, lo sappiamo da subito e non svuoto neanche la valigia. Carissimo Il Nove, Dear channel nine, mon chere chanel neuf, amigos de la nueve e muchachos de la Warner Bros. O Pio nove, che sei nove come le sinfonie, nove come il gioco dei nove, e nove come le nove settimane e mezzo, meno mezzo”. Senza freni la Littizzetto ha proseguito: “Eccoci qua come Ambra a dire: Non è la RAI. Eccoci qua, tra una Benedetta Parodi che glassa torte e una dottoressa che schiaccia i brufoli, sperando che gli studi siano molto distanti fra loro… Cara piccola Nain. Io te lo dico. Preparati. Sappi chevoglio togliermi tutti i sassolini che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi anche che dirò le parolacce, ne ho un silos pieno con tutte quelle che non ho potuto dire in tanti anni di Rai… Scegli tu: o ne dico una per puntata o mi dai uno speciale in prima serata di tre ore e mezza dove le dico tutte in fila… Pensa che ho ancora dei resti di vaffanc***o dell’anno scorso, due porca trota, e ancora tanti e tantissimi mer***a.” (continua a leggere dopo le foto)
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Luciana Littizzetto ne ha per tutti: la letterina è sconvolgente
“Sappi che parlerò di er Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salviniparlerò anche della Schlein…e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari. Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti. Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL… o LA CNEL… e parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano…”, ha continuato la comica. (continua a leggere dopo le foto)
“Ma parlerò anche di cose serie…”
Luciana Littizzetto si è fatta poi seria durante il suo monologo a “Che tempo che fa”: “Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. Parlerò anche di morti sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno… più di uno al giorno, perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire. Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minc***na della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla“.