
Ogni grande trionfo, sia a livello di club che di nazionale, ha avuto la sua colonna sonora: un coro da stadio, un inno cantato dagli ultras, una hit radiofonica diventata simbolo di un’estate magica o di una notte leggendaria. Riascoltiamo le dieci canzoni che hanno accompagnato alcune grandi vittorie calcistiche.
One (U2 e Mary J. Blige)
Dopo la vittoria dell’Italia, la canzone “One” degli U2 è tornata a circolare tra video, clip sui social e festeggiamenti in piazza. Il brano è stato scelto – spontaneamente o meno – come sottofondo costante per celebrare il successo azzurro. In alcuni casi è stata associata anche alla guarigione di Gianluca Pessotto, che propri in quei giorni combatteva tra la vita e la morte. Il titolo One ha richiamato il gruppo azzurro e l’intera Italia ad un senso di unione e coesione per conquistare la vittoria, tanto nello sport quanto nella tragedia dell’ex giocatore della Juventus. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
‘54, ‘74, ‘90, ‘2010 (Sportfreunde Stiller)
Gli Sportfreunde Stiller, band indie di Monaco di Baviera, sono da anni legati al mondo del calcio, sia nei testi che nell’immaginario collettivo. Il brano Independent, tratto dall’album Die gute Seite, è stato incluso nella colonna sonora di FIFA 2003, segnando il primo contatto con il pubblico internazionale.
Nel 2006 il gruppo pubblicò ‘54, ‘74, ‘90, 2006, diventata in breve un inno non ufficiale della Nazionale tedesca in vista dei Mondiali di casa. Il titolo celebra i tre trionfi della Germania nel 1954, 1974 e 1990, prefigurando con ottimismo il quarto nel 2006.
Il sogno però si interruppe il 4 luglio, con l’eliminazione in semifinale contro l’Italia. La band reagì con ironia, rilanciando la canzone come ‘54, ‘74, ‘90, 2010, in vista del Mondiale in Sudafrica. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
We are the champions (Queen)
Da oltre 40 anni, We Are the Champions dei Queen è la colonna sonora universale di ogni trionfo sportivo. Pubblicata nel 1977, la canzone è diventata un simbolo di vittoria. “We’ve paid our dues, time after time” suona come un manifesto per chi ha lottato e sofferto prima di alzare un trofeo. Dagli stadi di calcio alle Olimpiadi, dal basket al rugby, We Are the Champions è diventato parte integrante dell’esperienza sportiva, trasformando ogni vittoria in un momento collettivo di celebrazione. Un inno senza tempo, che non smette di unire musica e sport. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Seven nation army (White Stripes)
Nato come brano rock dei White Stripes nel 2003, Seven Nation Army è diventato uno dei cori da stadio più iconici del calcio mondiale. Tutto è iniziato a Roma: durante un match di Champions League, i tifosi giallorossi adottarono il riff del pezzo come coro da tribuna, trasformandolo in un canto della curva.
Ma il vero salto lo ha fatto ai Mondiali del 2006, quando i tifosi italiani lo scelsero come colonna sonora non ufficiale della cavalcata azzurra in Germania. Da allora, il celebre “po po po po po po” ha risuonato ovunque: dagli stadi alle piazze, fino ai titoli mondiali.
Non era un inno ufficiale, ma ha saputo unire i tifosi italiani come pochi altri brani nella storia. Ancora oggi, Seven Nation Army è sinonimo di vittoria, orgoglio e appartenenza, non solo per la Roma, ma per tutto il calcio italiano, anche se negli ultimi anni è diventato (paradossalmente, per come sono andate le cose nel Mondiale tedesco) un coro dei tifosi del Bayern Monaco. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
When the Saint Go Marching In (versione Louis Armstrong)
Nel cuore dell’Inghilterra calcistica, il canto “The Spurs Go Marching In” è diventato il simbolo non ufficiale del Tottenham Hotspur. Adottata come coro dagli spalti di White Hart Lane e poi del Tottenham Hotspur Stadium, la melodia deriva da “When The Saints Go Marching In” ed è cantata con passione e orgoglio dai tifosi biancoblù ad ogni partita.
In teoria sarebbe l’inno ufficiale del Southampton, per via della comunanza tra il soprannome The Saints e il testo di When the Saint Go Marching In. Tuttavia, nell’ultima Europa League i tifosi del Tottenham l’hanno cantata a squarciagola dopo la vittoria in finale e dopo una lunga attesa senza trofei. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Grazie Roma (Antonello Venditti)
Scritta nel 1983 per celebrare lo storico scudetto vinto dalla squadra, la canzone è diventata colonna sonora ufficiale delle vittorie, ma anche simbolo di appartenenza e identità.
Ogni volta che riecheggia allo Stadio Olimpico, le voci dei tifosi si uniscono in un coro che travalica il calcio. “Grazie Roma che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova” è un verso che racconta il legame profondo tra squadra e città, tra il campo e le tribune, tra passato e presente.
Quando la Roma ha conquistato l’ultimo scudetto, il primo motivo che si diffuso nella Capitale è stato sempre lo stesso: “Grazie Roma”, l’inno di Antonello Venditti diventato colonna sonora di ogni trionfo giallorosso. Le sue parole raccontano meglio di qualunque analisi cosa significhi per i tifosi vivere la maglia. Qualcosa che abbiamo sentito recentemente con il trionfo di Mourinho in Conference League proprio alla guida dei giallorossi. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Notti magiche (Edoardo Bennato e Gianna Nannini)
Notti Magiche è una delle canzoni più iconiche legate al calcio italiano, diventata l’inno ufficiale dei Mondiali di Italia 1990. Scritta da Edoardo Bennato e Gianna Nannini, la canzone cattura perfettamente l’atmosfera di quel torneo, fatto di speranze, passione e sogni azzurri. Il ritornello, “Notti magiche, inseguendo un goal”, è rimasto nel cuore di generazioni di appassionati, evocando ricordi di grandi partite e di un’Italia che sembrava pronta a vincere tutto.
Anche se la Nazionale si fermò in semifinale, la canzone è rimasta simbolo di un’estate indimenticabile per il calcio italiano. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Kernkraft 400 (Zombie Nation)
Zombie Nation, il celebre progetto techno degli anni ’90 firmato da Florian Senfter, meglio conosciuto come Zki & Dobre, ha conquistato nel tempo anche i campi da calcio, diventando un vero e proprio cult da stadio. Originariamente pubblicata nel 1999 con il titolo Kernkraft 400, la canzone del gruppo si è diffusa rapidamente nelle arene sportive di tutto il mondo grazie al suo ritmo travolgente e al celebre riff facilmente riconoscibile.
Il suo utilizzo nei match di calcio è esploso soprattutto in Europa, dove tifoserie di club e nazionali hanno adottato il remix come colonna sonora per celebrare gol e momenti cruciali delle partite. Spesso è stata usata come goal tune a San Siro dopo i gol del Milan. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Freed from desire (GALA)
Il brano ha trovato una seconda vita negli stadi, diventando colonna sonora di esultanze e cori di tifosi. E pensate che GALA era stata convinta a fatica dai produttori a inserire quel ritornello facilmente orecchiabili che ha fatto la differenza a livello di vendite.
Parallelamente, la canzone è diventata celebre anche per il legame con l’Irlanda del Nord e il suo attaccante Will Grigg. Durante gli Europei del 2016, i tifosi crearono il famoso coro “Will Grigg’s on fire, your defense is terrified”, su una base molto simile a Free From Desire, trasformando un tormentone musicale in un inno di fede calcistica.
Nel Milan, sotto la guida di Stefano Pioli, Free From Desire è diventata la colonna sonora dell’ultimo scudetto milanista. Nata da un’idea dei calciatori rossoneri, in breve tempo si è trasformato in uno dei cori più famosi della Curva Sud Milano. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
You’ll never walk alone (versione Gerry & The Pacemakers)
Originariamente scritta da Rodgers e Hammerstein per il musical Carousel, la canzone è stata adottata dai Reds negli anni ’60, diventando l’inno ufficiale dello stadio Anfield.
Sotto la guida di Rafael Benitez, il brano ha accompagnato una delle più leggendarie vittorie del club: la Champions League 2005 a Istanbul, una rimonta epica ai danni del Milanche ha segnato la storia del calcio. Anche con Jurgen Klopp, che ha riportato il Liverpool al successo europeo nel 2019 e ha conquistato la Premier League nel 2020, You’ll Never Walk Alone è rimasto un elemento centrale del legame tra squadra e tifosi.
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