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L’inno della Roma: testo, storia e significato

Totti e Spalletti

L’inno ufficiale dell’AS Roma, intitolato “Roma (non si discute, si ama)”, è un simbolo di identità e passione per i tifosi giallorossi. Scritto e cantato da Antonello Venditti, l’inno è diventato un elemento fondamentale della cultura calcistica romana e italiana. Scopriamo adesso qual è la sua origine, che significato profondo ha e il testo da imparare e cantare a squarciagola allo stadio!

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Storia dell’inno della Roma

L’inno è stato presentato per la prima volta nel 1974, in un periodo in cui la squadra stava vivendo un momento di grande fervore e successo. La canzone è nata da un’idea di Giampiero Scalamogna, noto come Gepy, insieme a Sergio Bardotti e Franco Latini, e poi portata alla fama da Venditti.

Roma (non si discute, si ama)”, riflette l’amore incondizionato dei tifosi per la loro squadra, un sentimento che va oltre la semplice passione sportiva. La canzone è stata incisa in pochi giorni e ha rapidamente guadagnato popolarità tra i sostenitori della squadra, diventando uno dei due inni ufficiali dell’AS Roma.

Testo e significato di “Roma (non si discute, si ama)”

Roma, Roma, Roma
Core de ‘sta città
Unico grande amore
De tanta e tanta gente
Che fai sospirà

Roma, Roma, Roma
Lasciace cantà
Da ‘sta voce nasce un coro
So centomila voci
C’hai fatto innamorà

Roma, Roma bella
T’ho dipinta io
Gialla come er sole
Rossa come er core mio

Roma, Roma mia
Nun te fa incantà
Tu sei nata grande
E grande hai da restà

Roma, Roma, Roma
Core de ‘sta città
Unico grande amore
De tanta e tanta gente
C’hai fatto innammorà

Il testo dell’inno della Roma ha un significato particolare: è un’espressione poetica dell’amore per la città di Roma e per la squadra. Le parole “Roma, Roma, Roma” sono un omaggio alla città eterna, mentre il ritornello “Core de ‘sta città” (cuore di questa città) sottolinea il legame profondo tra la squadra e la capitale italiana.

Il verso “C’hai fatto ‘nnamorà” (ci hai fatto innamorare) parla direttamente ai cuori dei tifosi, esprimendo l’emozione e l’orgoglio di sostenere la Roma. “Gialla come er sole, rossa come er core mio” (gialla come il sole, rossa come il mio cuore) descrive i colori della squadra, simboli di luce e passione.

La frase da cui nasce il titolo dell’inno fu pronunciata il 17 giugno 1951, subito dopo la retrocessione della Roma in Serie B. Il “padre” di questa espressione è l’attore romano e romanista Renato Rascel.

L’impatto culturale di “Roma, Roma, Roma”

L’inno della Roma non è solo una canzone da stadio: è un pezzo di storia che si intreccia con l’identità dei romani e dei tifosi di calcio in tutto il mondo. La sua melodia e le sue parole risuonano negli stadi e nelle case, unendo generazioni di tifosi in un coro comune di appartenenza e amore per la squadra.

La canzone è stata suonata per la prima volta allo Stadio Olimpico il 1 dicembre 1974, durante un derby della Capitale. Da allora, è diventata una tradizione suonarla in occasione delle partite casalinghe, specialmente dopo le vittorie, quando i tifosi e i giocatori condividono un momento di celebrazione e orgoglio.

Roma (non si discute, si ama)” è più di un inno; è un simbolo di appartenenza che trascende il calcio. È una dichiarazione d’amore per una squadra che rappresenta una città, una cultura e una storia ricca. Ogni volta che risuona allo Stadio Olimpico, ricorda ai tifosi che la Roma non è solo una squadra di calcio, ma un patrimonio da amare e proteggere. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Roma - Rete di Lukaku
Paulo Dybala festeggia con il compagno Romelu Lukaku dopo il gol (Foto di Paolo Bruno/Getty Images)

Il secondo inno: “Grazie Roma”

La canzone “Grazie Roma”, scritta e interpretata da Antonello Venditti, è un inno che celebra la città di Roma e la squadra di calcio AS Roma. Pubblicata nel 1983, è diventata un simbolo di appartenenza e orgoglio per i tifosi giallorossi e per i romani in generale.

Storia di “Grazie Roma”

Venditti compose “Grazie Roma” nel novembre del 1982, nella sua casa di Trastevere, e la registrò l’8 marzo 1983. La canzone fu scritta durante l’anno in cui la Roma vinse il suo secondo scudetto (Serie A 1982-1983), ma Venditti ha spiegato che il brano fu creato quando tornò a vivere a Roma, senza aspettarsi necessariamente che la Roma potesse vincere lo scudetto.

Testo e significato di “Grazie Roma”

Dimmi cos’è
Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
Dimmi cos’è
Che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
Dimmi cos’è, cos’è
Che batte forte, forte, forte in fondo al cuore
Che ci toglie il respiro
E ci parla d’amore

Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova

Dimmi cos’è, cos’è
Quella stella grande grande in fondo al cielo
Che brilla dentro di te
E grida forte, forte dal tuo cuore

Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova

Dimmi chi è
Che me fa sentì ‘mportante anche se nun conto niente
Che me fa re quando sento le campane la domenica mattina

Dimme chi, è chi è
Che me fa campà sta vita così piena de problemi
E che me da coraggio
Se tu non me voi bene

Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova

Il testo di “Grazie Roma” ha un significato profondo perchè esprime il legame emotivo con la città, evocando un senso di unità e amicizia tra le persone, anche se sono estranei. Il ritornello “Grazie Roma che ci fai piangere e abbracciarci ancora” suggerisce che la città ha un impatto emotivo sugli individui, suscitando sia lacrime che gesti affettuosi.

La frase “grazie Roma che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova” enfatizza come Roma abbia il potere di ringiovanire e ispirare. Venditti fa riferimento a una stella luminosa nel cielo, che rappresenta la città di Roma, simboleggiando la speranza e risuonando forte nei cuori di coloro che appartengono alla città.

Perchè “Grazie Roma” è così amata

Kristensen

“Grazie Roma” viene diffusa dagli altoparlanti dello Stadio Olimpico al termine di ogni partita ufficiale vinta dai giallorossi. La canzone è considerata da Venditti come una costruzione perfetta, il simbolo di una grande simbiosi tra la città, la squadra e il linguaggio, e può essere interpretata sia come un omaggio alla squadra di calcio che come un inno alla città stessa. Una canzone che va oltre il semplice tifo calcistico, l’espressione di amore e gratitudine verso la città eterna e tutto ciò che rappresenta, unendo i romani e i tifosi della Roma in un sentimento comune di romanità.

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