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Arbitri, l’illustre ex lancia un allarme: “Non c’è ritorno economico, ma arbitrare non è un hobby”

La questione del riscontro economico per gli arbitri italiani è tornata al centro del dibattito dopo le dichiarazioni di Mario Mazzoleni, ex direttore di gara di Serie A. In un momento in cui il calcio muove cifre milionarie, i fischietti che ogni settimana gestiscono le partite devono fare i conti con stipendi bassi, rimborsi spese in ritardo e tutele quasi inesistenti.

Un problema strutturale che mina la serenità e la professionalità di chi è chiamato a dirigere le gare. Mazzoleni, oggi gallerista e opinionista, ha parlato ai microfoni di Fanpage.it, evidenziando le criticità di un mestiere che richiede impegno costante, allenamenti e aggiornamenti tecnici, ma che spesso viene trattato come un semplice hobby. (continua dopo la foto)

“Bisogna trovare i soldi per pagarli adeguatamente in ogni categoria, il loro non è un hobby“, spiega Mazzoleni, che non arbitra più dal 2006. L’ex fischietto ricorda i tempi della Serie A di Collina, Pairetto e Bergamo, quando “gli arbitri avevano grande personalità, studiavano le partite caso per caso e condividevano gli errori per crescere insieme“.

Oggi, secondo Mazzoleni, la qualità si è abbassata anche per mancanza di investimenti e formazione: “Senza scuole di formazione e piani solidi non cambierà nulla. La federazione deve assumersi responsabilità“.

Le parole più dure arrivano sui compensi: “Non puoi formare arbitri bravi e seri chiedendogli un impegno quasi professionistico ma pagandoli 150 euro a partita, magari con mesi di ritardo. Non è vero che un arbitro arbitra male se non viene pagato, ma la serenità è fondamentale per fare bene”. Mazzoleni conferma che “alcuni arbitri non hanno ancora ricevuto tutti gli stipendi della passata stagione” e che “si è paventato persino uno sciopero“.

Secondo l’ex arbitro serve un rappresentante forte all’interno dell’AIA che difenda davvero la categoria: “Noi siamo i signori arbitri e vogliamo contratti adeguati“, sintetizza Mazzoleni. (continua dopo la foto)

Mazzoleni ha anche commentato le innovazioni tecnologiche: “Il VAR è straordinario ma va tarato meglio, lascia troppi margini di interpretazione. La bodycam è spettacolare, ma non cambia nulla tecnicamente”. Sulle spiegazioni in campo: “Sono favorevole, ma serve preparazione nella comunicazione: la parlantina è un dono, altrimenti si rischia il ridicolo“.

Infine, Mazzoleni propone di affiancare un ex calciatore al VAR per aiutare gli arbitri a capire certe dinamiche di campo: “Ci sono astuzie che un arbitro non può conoscere senza aver giocato. Lavorare insieme può migliorare il sistema“.

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