
L’Inter si muove sul filo sottile che separa la grandezza dalla delusione. Tra il sogno di un Triplete e l’incubo di chiudere con zeru tituli, la stagione nerazzurra è a un bivio, dove ogni passo falso può essere fatale. L’analisi è di Stefano Fiore per Sport MEdiaset, e riflette una realtà a due facce. Dopo la sconfitta con il Bologna, la Serie A è complicata e anche Champions e Coppa Italia restano appese a un filo. La realtà è che, oggi, nulla è garantito. E tutto è ancora possibile.
5️⃣8️⃣ anni: tanti ne sono passati da quando la Grande Inter conquistò la Prima Stella vincendo il campionato nel 1966 fino ad arrivare al 2024, anno in cui l’Inter ha festeggiato la conquista del suo 20° Scudetto 🖤💙#ForzaInter @Dazn_it
— Inter ⭐⭐ (@Inter) April 22, 2025
Il calendario offre otto partite che possono diventare undici, se si raggiungessero le finali di Champions e Coppa Italia e si dovesse affrontare uno spareggio scudetto. È un finale da thriller, ma non è detto che le forze bastino. Il gruppo appare stanco, logorato da una stagione senza tregua. E così cresce il dibattito: sacrificare qualcosa per salvare il resto, o continuare a lottare su ogni fronte?
Fra i tifosi si scontrano due anime. C’è chi vuole fare una scelta, concentrarsi magari sul campionato per portare a casa almeno un trofeo. E c’è chi, invece, preferisce rischiare tutto per inseguire un sogno: il Triplete, la stagione perfetta. Sentimenti che vanno oltre il pallone, e toccano la natura di ognuno: vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, scegliere tra perfezione o realismo, tra sogno e concretezza.
C’è però una chiave che merita attenzione. I club come Real Madrid o Bayern Monaco, che ambiscono sempre a tutto, non scelgono mai. Puntano su ogni competizione, consapevoli che, anche se non vinci subito, costruisci prestigio, attrai sponsor, generi ricchezza. E alla lunga, qualcosa porti sempre a casa. L’Inter vuole essere davvero una big d’Europa? Allora serve pensare in grande, anche a costo di pagare qualcosa nel breve.
Se questa stagione non porterà in dote almeno un trofeo, il timore è che possa essere ricordata come una grande occasione mancata. Tra vent’anni, i tifosi ricorderanno con più affetto lo scudetto della seconda stella, oppure le Coppe già vinte. Non scegliere potrebbe causare rimpianti. Ma scegliere cosa sacrificare, e con quali conseguenze, è compito ingrato. E spetta a chi guida.
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