x

x

Vai al contenuto

Inter, sospesa fra tutto e niente: i timori per una stagione fantastica che può finire senza titoli

L’Inter si muove sul filo sottile che separa la grandezza dalla delusione. Tra il sogno di un Triplete e l’incubo di chiudere con zeru tituli, la stagione nerazzurra è a un bivio, dove ogni passo falso può essere fatale. L’analisi è di Stefano Fiore per Sport MEdiaset, e riflette una realtà a due facce. Dopo la sconfitta con il Bologna, la Serie A è complicata e anche Champions e Coppa Italia restano appese a un filo. La realtà è che, oggi, nulla è garantito. E tutto è ancora possibile.

Il calendario offre otto partite che possono diventare undici, se si raggiungessero le finali di Champions e Coppa Italia e si dovesse affrontare uno spareggio scudetto. È un finale da thriller, ma non è detto che le forze bastino. Il gruppo appare stanco, logorato da una stagione senza tregua. E così cresce il dibattito: sacrificare qualcosa per salvare il resto, o continuare a lottare su ogni fronte?

Fra i tifosi si scontrano due anime. C’è chi vuole fare una scelta, concentrarsi magari sul campionato per portare a casa almeno un trofeo. E c’è chi, invece, preferisce rischiare tutto per inseguire un sogno: il Triplete, la stagione perfetta. Sentimenti che vanno oltre il pallone, e toccano la natura di ognuno: vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, scegliere tra perfezione o realismo, tra sogno e concretezza.

C’è però una chiave che merita attenzione. I club come Real Madrid o Bayern Monaco, che ambiscono sempre a tutto, non scelgono mai. Puntano su ogni competizione, consapevoli che, anche se non vinci subito, costruisci prestigio, attrai sponsor, generi ricchezza. E alla lunga, qualcosa porti sempre a casa. L’Inter vuole essere davvero una big d’Europa? Allora serve pensare in grande, anche a costo di pagare qualcosa nel breve.

Se questa stagione non porterà in dote almeno un trofeo, il timore è che possa essere ricordata come una grande occasione mancata. Tra vent’anni, i tifosi ricorderanno con più affetto lo scudetto della seconda stella, oppure le Coppe già vinte. Non scegliere potrebbe causare rimpianti. Ma scegliere cosa sacrificare, e con quali conseguenze, è compito ingrato. E spetta a chi guida.

Leggi anche:

Argomenti