x

x

Vai al contenuto

Inter, la sconfitta di Bologna era nell’aria: i problemi nella rosa e l’errore della società

Inter, i nodi vengono al pettine. Nessuno può minimizzare la fantastica stagione della squadra di Inzaghi, ma la caduta di Bologna non è stata una sorpresa, o non del tutto. La squadra è stanca, per reggere su tre fronti non bastano volontà e tattica, ci vuole anche una rosa all’altezza anche nelle seconde linee. Ed è lì che i nerazzurri oggi pagano dazio, come fa notare in una interessante analisi Pasquale Guarro.

Non ci sarà un processo pubblico, né verranno fatti drammi. Sarebbe assurdo a pochi giorni dall’impresa di Champions con il Bayern. Ma il campionato, per l’Inter, potrebbe essere sfumato a Bologna. I nerazzurri hanno pagato i timori della vigilia: troppa stanchezza, assenze pesanti, seconde linee che si sono rivelate non all’altezza. E un Napoli che adesso, con un calendario molto favorevole, sente lo scudetto a portata di mano.

La sconfitta al Dall’Ara non sorprende. L’Inter ha ceduto nel momento più delicato: ora ci sarà la Roma a San Siro (senza Bastoni e Mkhitaryan, entrambi squalificati, e probabilmente senza Dumfries e Thuram). In mezzo il derby di Coppa Italia con il Milan, che alla fine si è rivelato una grande seccatura: due settimane di riposo in meno per un traguardo di importanza infinitamente minore rispetto agli altri due.

Inzaghi lo sa. Ed è per questo che nessuno farà drammi: la corsa si sta esaurendo nel modo più logico, quasi inevitabile. Ma il dispiacere resta. C’è un’immagine che sintetizza il momento nerazzurro: Correa e Taremi, entrambi impalpabili, entrambi fuori sincrono. Il primo è ormai un capitolo chiuso: contratto in scadenza a giugno, zero prospettive di rinnovo. Il secondo è un problema più sottile.

Taremi ha firmato un ricco triennale, ma in campo non ha mai reso come si sarebbe sperato. L’iraniano non avrebbe intenzione di muoversi da Milano, per cui il club dovrà gestire il caso con intelligenza, cercando una moral suasion. E Taremi non è l’unico giocatore in procinto di lasciare l’Inter.

Tra i probabili partenti c’è anche Kristjan Asllani. Inzaghi lo difende, ma il fatto di averlo tenuto in panchina tutta la partita a Bologna nonostante Calhanoglu arrivasse da una serie di partite logoranti rappresenta un segnale chiaro: l’albanese non è affidabile a certi livelli. Stesso discorso per Bisseck, che quando entra appare sempre un po’ in ritardo rispetto al ritmo gara. Errori banali, inadeguatezza mentale, inesperienza. Non stupisce che il club stia valutando una cessione estiva.

Inter, le scelte discutibili sul mercato di Gennaio

Poi c’è il capitolo Dimarco. Non si discute il suo valore offensivo, ma in fase difensiva commette qualche errore di troppo. Difficile, visto il ruolo, togliergli compiti arretrati. Forse va gestito in maniera diversa, magari con un assetto che lo protegga maggiormente. Perché in un’Inter che vuole vincere anche i dettagli fanno la differenza.

Infine, il punto più dolente: le scelte della società al mercato di Gennaio. Si sapeva che l’Inter sarebbe stata sottoposta a un tour de force infernale, e che la rosa così com’è difficilmente avrebbe potuto reggere su tutti i fronti. Ma si è scelto di giocarsi tutto e, nello stesso tempo, di non aiutare Inzaghi con un paio di acquisti funzionali. Una decisione che già all’epoca aveva sollevato critiche e dubbi.

Oggi, alla luce di quanto l’Inter sarà costretta a fare nelle prossime settimane, la scelta della dirigenza appare ancora meno comprensibile, visto quello che c’è in palio. E ora il rischio di restare con un pugno di mosche in mano dopo una stagione straordinaria esiste. E forse, se Inzaghi avesse avuto qualche giocatore in più da inserire nelle rotazioni, le cose oggi starebbero diversamente.

Leggi anche:

Argomenti