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Milan e Atalanta escono con le ossa rotte dalla notte europea che ha visto l’eliminazione di entrambe le formazioni dalla Champions League, in partite che sembravano alla loro portata. In particolare, quello dei rossoneri contro il modesto Feyenoord è parso un suicidio sportivo incomprensibile. E pensare che il club aveva acquistato proprio dagli olandesi Gimenez, l’uomo di punta, alla vigilia della sfida.
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— MilanPress.it (@MilanPress_it) February 19, 2025
La serata di Champions League si è così trasformata in una disfatta per il calcio italiano. Milan e Atalanta sono state eliminate rispettivamente da Feyenoord e Bruges, compromettendo non solo il loro cammino europeo, ma anche le possibilità dell’Italia di qualificare cinque squadre alla prossima edizione della competizione.
Secondo l’analisi di Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport, la sconfitta del Milan è qualcosa di mai visto, considerando il divario tecnico con il Feyenoord. I rossoneri hanno gettato via la qualificazione con una serie di errori macroscopici.
Il più grave è quello di Theo Hernandez, che si è fatto espellere per due ingenuità imperdonabili: un fallo inutile e una simulazione evidente. Un comportamento che ha compromesso una partita fino a quel momento dominata dalla squadra di Conceiçao.
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Ma il percorso europeo del Milan è stato segnato anche da altre disattenzioni: Maignan, un altro degli uomini più apprezzati della formazione rossonera, ha commesso uno sbaglio decisivo nella gara d’andata, e un errore di Gabbia contro la Dinamo Zagabria nella fase a gironi ha costretto i rossoneri ai playoff, compromettendo la qualificazione diretta agli ottavi.
Un cammino fallimentare, costato al club almeno quindici milioni di euro tra mancata qualificazione e incassi persi. Discorso diverso per l’Atalanta, che ha l’attenuante di un organico ridotto dagli infortuni e di un campionato in cui è ancora in corsa per le prime posizioni.
Pur con queste parziali giustificazioni, i bergamaschi hanno mostrato gravi limiti difensivi contro il Bruges, subendo troppo l’iniziativa dei belgi. Se la partita di andata era stata macchiata dalla concessione di un rigore surreale al Bruges, per il ritorno ci sono poche scuse. Ed è significativo il fatto che le nostre formazioni non sono state eliminate da top club, ma da squadre che sono “alla periferia” del grande calcio europeo.
Milan e Atalanta, molte colpe e pochi alibi
Il crollo del Milan in Europa, secondo molti commentatori, va imputato soprattutto a Theo Hernandez, un giocatore di indubbio talento ma che sembra aver perso il controllo. “Lo abbiamo ammirato nello scudetto del 2022, ma oggi sembra incapace di gestire la sua irruenza”, scrive Agresti.
Con un contratto in scadenza nel 2026 e nessun rinnovo all’orizzonte, non sarà semplice trovare un club disposto a investire cifre importanti per un giocatore così incostante. Ma questo vale per la partita di ritorno: i rossoneri devono interrogarsi sulla pessima prestazione dell’andata e su due sconfitte arrivate con la Dinamo Zagabria, nemmeno qualificata per i play off, e con il Feyenoord, una delle squadre meno attrezzate che avrebbero potuto affrontare.
Dopo questa disfatta, l’Italia rimane con solo due squadre in Champions: l’Inter e, almeno fino a stasera, la Juventus. Un ridimensionamento che pesa sul calcio italiano e che rende ancora più amara l’eliminazione di Milan e Atalanta.
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