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Inter, Chivu stavolta non le manda a dire: chi finisce nel mirino

Inter, Cristian Chivu si è seduto in panchina al fischio finale, voltando le spalle al campo dopo il colpo di testa di Gimenez al 93’. “Dopo la partita ho fumato tre sigarette di fila”, ha confessato, lasciando trasparire tutta la tensione accumulata e la tremenda delusione per una partita scivolata via all’ultimo.

Per l’Inter è arrivato il quinto ko stagionale, il primo in Champions, figlio di una gara giocata alla pari, se non meglio, dell’Atletico Madrid, ma rovinata ancora una volta dagli errori negli ultimi minuti. Più che il peso sulla classifica, è l’autostima del gruppo a risentirne: due sconfitte consecutive, derby compreso, sono una mazzata non da poco.

Dopo la gara Capello ha incalzato in diretta il tecnico nerazzurro, e Chivu non si è tirato indietro: ha ammesso che i giocatori messi in campo per far rifiatare i titolari “avrebbero dovuto fare meglio“. Il tecnico non ha fatto il nome dei singoli, ma è evidente che i subentrati non hanno dato la scossa attesa mentre stava maturando il primo pareggio dopo 17 partite.

L’uscita di Bonny, che aveva spesso messo in crisi la difesa di Simeone e servito l’assist a Zielinski, resta difficile da interpretare. L’allenatore spiega di aver voluto “sfruttare la freschezza” di Thuram e Pio Esposito, mentre Zielinski è stato costretto al forfait per un problema muscolare. Ma in realtà i cambi del mister sono finiti sotto accusa. (continua dopo la foto)

Da lì in poi nulla ha funzionato. Sucic non ha inciso, Frattesi e Luis Henrique non sono mai riusciti a ripartire come si aspettava il Mister – anzi, il brasiliano nell’unica occasione in cui si è fatto vedere è andato a schiantarsi contro un avversario e si è fatto soffiare una palla sanguinosa tentando di raggiungere il fondo per crossare.

L’Inter dopo i cambi si è schiacciata all’indietro. E da Chivu è arrivata una critica di insolita durezza: “Abbiamo preso gol da calcio d’angolo pur avendo tutti i saltatori in area. Ma l’errore più grave è aver concesso quell’angolo“.

Il riferimento è al pallone perso da Pio Esposito a centrocampo, un passaggio sbagliato per Frattesi (che a sua volta non è stato impeccabile nel movimento) che ha regalato all’Atletico l’occasione per una vittoria nella quale nemmeno Simeone credeva più.

Chivu avrebbe voluto un’Inter meno estetica e più cattiva. Il gol di Alvarez è la fotocopia di quello subito da Pulisic nel derby: palla persa da Calhanoglu e ripartenza letale. È una costante che preoccupa. “Stiamo crescendo ma non basta”, ribadisce il tecnico, che alla vigilia parlava di “bicchiere pieno a tre quarti” e ora deve fare i conti con una nuova battuta d’arresto.

Domenica contro il Pisa non ci saranno alternative: vincere è obbligatorio per non perdere contatto con il treno scudetto e, soprattutto, per evitare che la parola “crisi” si avvicini troppo al percorso dell’Inter. Le prove d’appello, ormai, sono finite: serve uno scatto d’orgoglio.

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