Cremonese-Juventus 1-2: l’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera si apre con un successo prezioso e incoraggiante. Contro una Cremonese sorprendente in questo avvio di stagione — imbattuta in casa fino a ieri — i bianconeri vincono 2-1 e portano a casa tre punti fondamentali per la classifica e per il morale.
Un risultato tutt’altro che scontato: allo Zini la Juve ha spesso rischiato di inciampare, ma questa volta ha mostrato solidità e concentrazione, soprattutto nei momenti chiave della partita.
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— JuventusFC (@juventusfc) November 1, 2025
Kostic ritrova la luce
Dopo settimane di anonimato, Filip Kostic è tornato protagonista con un gol lampo che ha indirizzato subito la gara. L’esterno serbo, dato quasi ai margini del progetto da Tudor, si è ripreso il palcoscenico con una prestazione di corsa e concretezza, simbolo della “nuova Juve” che Spalletti vuole costruire: meno leziosa, più diretta e reattiva.
In attacco, il tecnico toscano ha rinunciato a Yildiz, preferendo la coppia Vlahovic-Openda, molto più coinvolta nel gioco rispetto alle ultime uscite. Il serbo ha sfiorato il raddoppio in due occasioni, mentre il belga ha alternato generosità a qualche imprecisione sotto porta. Nel finale, l’ingresso di Conceiçao ha aggiunto imprevedibilità e velocità, confermando l’intuizione tattica di Spalletti di usarlo come arma a gara in corso.
La “spallettata” di Koopmeiners difensore
La sorpresa più grande è stata la nuova posizione di Koopmeiners, schierato da difensore centrale sinistro nella retroguardia a tre. Una mossa azzardata ma riuscita, frutto della necessità — vista l’emergenza in difesa — e della fantasia di un tecnico abituato a sperimentare.
Già ai tempi dell’AZ l’olandese aveva ricoperto ruoli arretrati, ma mai con la stessa efficacia mostrata allo Zini: personalità, senso della posizione e buona gestione del pallone. Un esperimento che potrebbe avere seguito, soprattutto se la linea difensiva continuerà a mostrare equilibrio.

I vecchi vizi da correggere
Nonostante la vittoria, la Juventus ha rischiato di complicarsi la vita. Dopo il raddoppio di Cambiaso a metà ripresa, i bianconeri sembravano in controllo, ma la disattenzione di Gatti ha riaperto la partita con il gol di Vardy. Da quel momento, la squadra si è abbassata troppo, soffrendo nel finale e mostrando quella tendenza a gestire anziché chiudere le gare che già si era vista con Tudor.
Spalletti lo sa: dovrà lavorare sulla tenuta mentale e sulla continuità nei novanta minuti, perché contro avversari più strutturati errori simili potrebbero costare caro.
Un debutto incoraggiante
“Una rondine non fa primavera”, ma l’avvio dell’era Spalletti in bianconero è senza dubbio promettente. La Juventus ha mostrato spirito, compattezza e la voglia di tornare protagonista. L’allenatore toscano, con pochi giorni di lavoro alle spalle, ha già dato i primi segnali di una identità tattica chiara e di un gruppo pronto a seguirlo. Il bicchiere, per ora, è mezzo pieno.
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