
La sconfitta di Como ha tolto ogni alibi e acceso tutte le spie rosse in casa Juventus. Come spiega Guglielmo Buccheri in un’analisi sulla Gazzetta dello Sport, i bianconeri sono apparsi ancora una volta fragili, scollegati e privi di identità offensiva. Il problema, ormai strutturale, parte da lontano: un’estate segnata dall’“equivoco Vlahovic”, tra una cessione annunciata e mai concretizzata, e la difficoltà di ricostruire un attacco coerente con il serbo, Openda e David.
#Tudor: "Partita difficile contro una squadra ben organizzata. Ma non si può prendere il primo gol.Un primo tempo alla pari, abbiamo fatto anche delle cose interessanti, il secondo molto spezzettato." #ComoJuventus pic.twitter.com/Mex8NX9mzV
— I fatti nostri (@Infofatti) October 19, 2025
Il problema di trovare un equilibrio difensivo e di sfruttare il potenziale in attacco ha finito per lasciare sguarnito il cuore del gioco. Davanti, Tudor si ritrova con una batteria di punte (Vlahovic, Openda, David, Yildiz, Conceição) che fatica a convivere e un centrocampo privo di equilibrio.
La Juventus non riesce a trovare un’identità: la squadra si accende a tratti, si spegne facilmente e non gestisce mai i ritmi. Le scelte di modulo – una o due punte? – restano un rebus irrisolto, e l’ombra di Vlahovic, rimasto in scadenza e mai davvero centrale nel progetto, pesa come un macigno.
A Como l’immagine finale è stata emblematica: Igor Tudor inserisce due attaccanti, il Como raddoppia, e Openda resta spettatore a bordo campo. Il simbolo di una squadra che ha perso fiducia e direzione. (continua dopo la foto)

Mercoledì l’appuntamento con il Real Madrid in Champions sarà proibitivo, ma la vera partita per il futuro di Tudor si giocherà domenica, contro la Lazio di Sarri. Una sconfitta nella Capitale potrebbe essere fatale: la società valuta la sua posizione e l’ambiente è già carico di tensione.
Sul banco degli imputati, oltre alla gestione tecnica, ci sono anche scelte tattiche confuse. Tudor non è ancora riuscito a trovare la formula giusta per rendere la squadra solida e pericolosa insieme. Ogni contropiede degli avversari si trasforma in un brivido, ogni fase difensiva in un rischio calcolato male.
Juventus, Tudor è in bilico
Sul rinnovo di Yildiz, nel frattempo, pesa un silenzio che preoccupa. Il talento turco è una delle poche note liete, ma la trattativa per il prolungamento si è arenata e potrebbe diventare presto un caso societario. Anche perché le sirene della Premier si fanno sentire sempre più forti.
Intanto, Tudor prova a correre ai ripari con nuove soluzioni difensive e l’idea di una marcatura a uomo sui calci piazzati, segnale di una ricerca continua, quasi disperata, di equilibrio. La Juventus è a un bivio: Madrid dirà quanto vale davvero, Roma potrebbe dire se Tudor resterà sulla panchina bianconera. Ma quando a Torino si comincia a parlare di esonero, significa che la situazione è già al limite.
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