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La redenzione di Valentin Vacherot

Valentin Vacherot

La vittoria di Valentin Vacherot al Masters 1000 di Shanghai è una di quelle che non possono lasciare indifferenti, un evento così incredibile da entrare anche nell’orbita di chi non segue questo sport. Questo perché le storie che hanno come protagonisti gli underdog, gli sfavoriti che partono dal fondo per arrivare in cima, hanno un fascino intramontabile. E non c’è altro modo per parlare del trionfo di Vacherot, partito dalla posizione numero 204 del mondo: è entrato nel torneo grazie alla fortuita defezione di Joao Fonseca, ha superato i round delle qualificazioni (dove ha rischiato di perdere), ha battuto tennisti tecnicamente più forti di lui, ha sconfitto Novak Djokovic in semifinale e, infine, ha avuto la meglio su suo cugino per diventare il tennista con il ranking più basso della storia a vincere un Masters 1000. Se questa non è una grande storia, non sappiamo davvero cos’altro sia.

Chi è Valentin Vacherot

Sarebbe strano se aveste familiarità con il profilo di Valentin Vacherot prima di questa assurda settimana: il monegasco, infatti, era fuori dalla top 200 mondiale e perciò noto soprattutto agli appassionati dei Challengers, tornei che non fanno parte del circuito ATP e WTA. Valentin Vacherot non ha mai vinto nemmeno una partita in un tabellone principale di uno Slam: al netto della famiglia benestante e della formazione sportiva maturata tra Montecarlo e l’America, possiamo dire che – tennisticamente parlando – Vacherot è davvero arrivato dal nulla. E, come tutte le grandi storie, anche la sua a Shanghai è partita per caso: Vacherot non doveva nemmeno partecipare al torneo, al quale ha preso parte solo per via del forfait del portoghese Joao Fonseca. È entrato in silenzio e con un curriculum recente tutt’altro che brillante: lo scorso 16 settembre – un mese fa – Vacherot aveva perso malamente a Saint Tropez contro un tennista fuori dalla top 300, e a giugno aveva avuto la peggio con Lorenzo Giustino al torneo di Poznań. Questo è il tipo di profilo tennistico di cui parliamo.

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Come gioca Valentin Vacherot?

In questo torneo, Valentin Vacherot ha spiccato soprattutto per la capacità di resistere al caldo e all’umidità inaccettabili del torneo, un contesto in cui è sembrato sentirsi molto più a suo agio rispetto ai molti colleghi che si sono ritirati o che ne hanno risentito nel gioco.

Ma, ovviamente, non basta essere resistenti. Vacherot ha mostrato un tennis solido e divertente, con un servizio molto potente e un gioco da fondo campo aggressivo con cui cerca sempre l’iniziativa. È poco propenso alla difesa, ma sa recuperare i punti che gli vengono sottratti grazie al suo gioco basato sulle accelerazioni. A Shanghai ha dato prova di sapersi adattare agli avversari più disparati, mostrando un ventaglio di soluzioni piuttosto ampio, oltre a una grande solidità mentale.

Il percorso al Masters di Shanghai

Il Masters di Vacherot sembra destinato a concludersi già dalle qualificazioni: perde il primo set del primo match, quello contro Basavareddy, e riesce a battere Draxl strappando un tie-break molto combattuto nel secondo set. Approda così nel tabellone principale, dove al primo turno affronta Laslo Đere, mostrando che non è lì per caso e continuando a prendere fiducia. Attira molte attenzioni nel secondo turno, quando sconfigge la testa di serie numero 14 Alexander Bublik, dato ampiamente per favorito. Al terzo turno approfitta delle condizioni non eccelse di Tomáš Macháč, numero 20 del mondo, mentre agli ottavi di finale batte un altro top 30 globale come Tallon Griekspoor. Dopo questa vittoria dice alla stampa che sta vivendo la settimana più bella della sua vita.

Ai quarti di finale deve vedersela con Holger Rune, tra i migliori al mondo: anche qui ha la meglio, mostrando una resistenza senza pari alle condizioni climatiche di Shanghai. Con questa vittoria, diventa il primo monegasco a raggiungere una semifinale di un torneo maggiore. In semifinale trova Novak Djokovic, e qui tutti pensano che la favola sia finita: contro ogni pronostico, il numero 204 del mondo supera il tennista più vincente della storia – che ormai ha diversi acciacchi, certo, ma rimane una leggenda – e approda in finale.

Qui ci spostiamo dall’altra parte del tabellone: all’atto conclusivo è arrivato Arthur Rinderknech, che lungo il suo percorso ha sconfitto il numero 3 del mondo Alexander Zverev al terzo turno e Daniil Medvedev in semifinale. Soprattutto, è la persona che ha introdotto suo cugino Vacherot al tennis, che lo ha portato con lui in America quando erano ragazzi per migliorare nel gioco: una vita sportiva fianco a fianco, e che ora li ha messi l’uno contro l’altro. Rinderknech vince il primo set, ma Vacherot riesce a ricompattarsi e a vincere la finale in rimonta. Alla fine del match, si abbracciano: quello che stanno vivendo va oltre il sogno, perchè nessuno dei due poteva anche solo immaginare una cosa del genere.