
Poche figure nel calcio italiano hanno lasciato un’impronta profonda come Fabio Capello. Allenatore vincente con Milan, Real Madrid, Roma e Juventus, ex ct di Inghilterra e Russia, oggi Capello è anche un opinionista rispettato, capace di unire la competenza che gli deriva dall’esperienza e una naturale schiettezza nel riferire le proprie convinzioni. La sua parola, nel mondo del pallone, continua a pesare.
😅🔴⚫️ #Seedorf rubava il lavoro a mister #Capello e allora via la giacca in stile #Allegri
— Milanisti Channel (@MChannel1899) October 11, 2025
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E lo ha dimostrato ancora una volta nel podcast “Supernova” di Alessandro Cattelan, dove “Don Fabio” ha affrontato senza filtri il tema dei settori giovanili, della Nazionale, e di alcune leggende del calcio allenate in carriera.
Capello non ha risparmiato critiche al sistema calcistico italiano, in particolare alla formazione dei giovani: “Licenzierei subito gli allenatori che in Italia insegnano la tattica ai ragazzini di 12-13 anni. In Spagna, invece, li fanno giocare a calcio”. (continua dopo la foto)

“Passaggi, partitine, la palla che corre veloce. Qui, prima di un calcio d’angolo, vedi già bambini che alzano la mano per chiamare lo schema… e poi magari non riescono nemmeno ad alzare il pallone”. Da Capello un giudizio severo, ma di grande saggezza: prima la tecnica, poi la tattica.
Parole dure anche per la Nazionale di Spalletti, eliminata agli ultimi Europei in Germania: “Mi sono vergognato dell’Italia senza cuore. Mi ha fatto girare le scatole”, ha detto Capello, che non ha risparmiato neanche l’Inter e soprattutto Simone Inzaghi, “umiliati dal Psg” in finale di Champions: “Una squadra amorfa, senza forza, succube in tutti i momenti della partita. Qualcosa tatticamente si poteva fare”.
Nella chiacchierata con Cattelan, Capello ha poi aperto il cassetto dei ricordi, tra aneddoti e colpi di genio. Su Zlatan Ibrahimovic, ad esempio, ha raccontato: “Aveva il 46 di piede e non sapeva come calciare. Era pieno di difetti, ma ci abbiamo lavorato con Galbiati”.
Poi la battuta su Boban: “Saltava come un pinguino, senza alzare le braccia”, e quella su Seedorf, soprannominato “il professore”: “Un giorno si mise a spiegare alla squadra cosa fare. Mi sono tolto la giacca, gliel’ho data e ho detto: “Avete un altro allenatore, io me ne vado”. (continua dopo la foto)

Con la solita ironia, Capello ha ricordato anche gli anni alla Roma: “A Trigoria ho fatto mettere i parcheggi. Prima le macchine erano ammucchiate e durante il pranzo si sentiva urlare: ‘Ci sono tre auto da spostare!’”.
Un dettaglio che racconta il suo stile: rigore, organizzazione e attenzione a ogni dettaglio, in campo e fuori. Infine, l’ex tecnico ha lanciato una frecciata a Luis Enrique: “Quella cavolata della palla buttata in fallo laterale… ho visto gente che già la copia, ma come si può? Ci sono tante altre cose intelligenti da imitare”.
Capello chiude parlando della sua curiosità verso il calcio di oggi: “Mi interessa vedere cosa farà Xabi Alonso al Real Madrid. Mi intriga anche il City, un cantiere aperto ma con tanti giocatori bravi. È tornato Rodri, c’è Donnarumma… può fare come il Psg l’anno scorso”.
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