
L’Italia della pallavolo è sul tetto del mondo. Dopo l’impresa firmata dal team femminile a inizio settembre, anche la rappresentante maschile riesce a vincere il torneo mondiale, difendendo tra l’altro il titolo conquistato tre anni fa. Quella dell’Italvolley maschile è stata una cavalcata trionfale che, sebbene la vedesse spesso favorita, non era però priva di insidie. Il ruolino di marcia degli Azzurri è semplicemente straordinario: una sola partita persa in tutto il torneo e un solo set concesso in tutta la fase ad eliminazione in diretta (durante la finale contro la Bulgaria). Riviviamo allora i momenti salienti di questo esaltante percorso.
La fase a gironi
La fase a gironi vede l’Italvolley affrontare Algeria, Belgio e Ucraina. Se il match con il team nordafricano scivola via senza troppi spaventi, quello con il Belgio è tutt’altra storia: gli avversari sono forti e veloci e vanno rapidamente in vantaggio per 2 set a 0. L’Italia ritrova il proprio spirito e, conscia di essere campionessa del mondo in carica, riapre la partita vincendo il terzo e il quarto set (con i punteggi di 25-22 e 25-21 rispettivamente); si arriva così al quinto e decisivo set, dove l’equilibrio tra le due forze è evidente e tiene tutti con il fiato sospeso. Alla fine, le maggiori riserve d’energia del Belgio hanno la meglio sull’inerzia che stava favorendo l’Italia, e sconfiggono così gli Azzurri con il punteggio di 2-3.
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L’Italia non soffrirà mai più una partita in questo modo in tutto il resto del torneo. Il passo falso viene rapidamente cancellato con la netta vittoria contro l’Ucraina, che permette agli Azzurri di passare il turno e chiudere il girone al secondo posto, proprio alle spalle del Belgio.
La fase a eliminazione diretta
Si arriva così alla fase ad eliminazione diretta, che vede l’Italia affrontare l’Argentina agli ottavi di finale. Nonostante qualche brivido nell’apertura del primo set, gli Azzurri riescono gradualmente a imporre il proprio ritmo partita e a chiudere la pratica con crescente sicurezza: 23-25, 20-25, 22-25 è il punteggio finale con cui si chiude il match. Al turno successivo l’Italia ritrova il Belgio, l’unica squadra sino a qui in grado di darle diversi problemi: la formazione di De Giorgi, però, è tutt’altra squadra rispetto al match della fase a gironi e schianta gli avversari con un netto 3-0 (25-13, 25-18, 25-18) facendo terra bruciata e dimostrando come la sconfitta maturata pochi giorni prima non fosse altro che un passo falso trascurabile.
Si arriva così alla semifinale contro la temibile Polonia, una delle principali candidate al titolo e forte di uno dei migliori muri al mondo. Al netto di partenze molto solide nei tre set che compongono la partita (soprattutto nel terzo, dove sembra davvero in grado di riaprire la partita a proprio favore) la Polonia si scioglie nei momenti cruciali, e l’Italia passa con l’ennesimo 3-0.
La finale contro la Bulgaria
Arriviamo così alla finale contro la Bulgaria dei terribili fratelli Nikolov. Il primo set vede gli Azzurri andare in leggero vantaggio nella prima parte, con la Bulgaria che però reagisce grazie al maggiore dei Nikolov, a Grozdanov e a Atanasov. De Giorgi prende prontamente il time out, e al ritorno la squadra inizia a seminare gli avversari, arrivando fino al +4 con cui si conclude la prima frazione. Nel secondo set l’Italia riesce a portarsi presto sul +5, prima che Aleksandar Nikolov ricucia la strappo con 3 punti consecutivi; il set torna di nuovo in bilico, ma a questo punto sale in cattedra Yuri Romanò. L’opposto classe 1997 chiude la frazione praticamente da solo grazie ad un’incredibile serie di 4 ace consecutivi, fondamentali per arrivare poi al punteggio conclusivo di 25-17, con il sigillo di Bottolo.
La risposta Bulgara arriva nel terzo set, che la squadra di Blengini conquista con una solida prestazione del gruppo, ed in particolare di Atanasov, fondamentale sia in attacco che in difesa, sia a muro che in battuta. Al netto dei time-out, gli Azzurri lasciano andare via il set nel finale, e perdono con il punteggio di 25-17. Sembra che i bulgari possano ricucire le distanze, ma il quarto set è caratterizzato da un netto dominio dell’Italia, che si porta su un sicuro +10 e chiude i giochi un perentorio 25-10 che le consegna la partita e lo status di Campione del mondo.