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Juventus, inchiesta Prisma: condannati Agnelli, Nedved e Paratici dopo patteggiamento

Juventus, dopo oltre due anni di attesa, si è chiuso questa mattina il processo penale Prisma relativo alle presunte plusvalenze fittizie e alle manovre sugli stipendi durante il periodo Covid che avevano coinvolto i vertici della Juventus. Il Gup del tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, ha accolto le richieste di patteggiamento avanzate dalla difesa del club, con l’assenso dei Pm Del Giudice e Orano.

I reati contestati riguardavano false comunicazioni sociali, ostacolo agli organi di vigilanza, dichiarazione fraudolenta e manipolazione del mercato. Si tratta di accuse pesanti, considerate gravi anche per un club quotato in Borsa come la Juventus, che nel frattempo aveva già subito le conseguenze sul piano sportivo: 10 punti di penalizzazione e l’esclusione dalle coppe europee per una stagione.

Per l’ex presidente Andrea Agnelli è stato stabilito un patteggiamento di 1 anno e 8 mesi, mentre il suo vice Pavel Nedved ha ottenuto 1 anno e 2 mesi. L’ex direttore sportivo Fabio Paratici e l’ex Chief Legal Officer del club hanno patteggiato 1 anno e mezzo. Stessa durata per Cerrato e Re, responsabili delle operazioni finanziarie, e per Bertola, Chief Operating Officer. Tutte le pene superiori a un anno sono state sospese o convertite in ammende. (continua dopo la foto)

Maurizio Arrivabene, che all’epoca dei fatti era amministratore delegato per un breve periodo, è stato prosciolto con non luogo a procedere. Oltre un milione di euro verrà destinato alle parti civili, mentre alla Juventus è stata inflitta un’ammenda di 156.750 euro.

Con questa decisione, la Juventus chiude definitivamente la vicenda Prisma sul piano penale, dopo aver già pagato il conto con la giustizia sportiva. La società può così voltare pagina, tentando di superare la fase più complessa degli ultimi anni e concentrarsi sugli obiettivi sul campo, lontano dalle vicende legali che hanno segnato la dirigenza bianconera.

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