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Roma, ecco cosa c’è veramente dietro il “mistero Dovbik”

Roma, quello di Artem Dovbyk è diventato un caso scottante. I novanta minuti in panchina contro il Torino hanno fatto rumore, anche per come si era evoluta la partita. Gasperini, nel momento dell’arrembaggio finale per strappare il pari, ha scelto di non utilizzarlo nemmeno come ultima opzione. E il messaggio, per tutti, è stato forte e inequivocabile.

Contro il Torino, mentre la Roma provava l’assalto finale, il tecnico ha buttato nella mischia Pisilli, Baldanzi all’esordio stagionale, El Shaarawy non al meglio, Ferguson ormai avanti nelle gerarchie e persino Celik. Dovbyk no. In panchina sono rimasti soltanto difensori e terzini insieme al numero 9.

La scelta del tecnico ha fatto scattare l’allarme. Si è parlato di un problema fisico dopo il rientro dalla nazionale, ma non ci sono conferme. E un piccolo acciacco, in ogni caso, non basta a spiegare l’esclusione, soprattutto in quei minuti di caos tattico dove serviva un centravanti. (continua dopo la foto)

Gasperini ha invece mandato un messaggio diretto al giocatore: “Io mi aspetto tantissimo da tutti, è importante la Roma, non le questioni personali. Ho parlato con Dovbyk delle sue caratteristiche, dentro l’area, forza, profondità. Devo vederle tutte e di livello. Sono convinto che farà bene”.

Al termine del ko con il Torino, il tecnico ha rincarato la dose: “Non ho mai pensato di utilizzarlo oggi. Quando entri voglio vederti concentrato. Voglio vedere un allenamento molto attivo, dinamico e convinto. Poi lo ripresenteremo”. Segnale chiarissimo: Dovbyk deve dimostrare molto di più per tornare al centro del progetto.

Dietro la scelta, infatti, non sembra esserci un infortunio, ma un problema di approccio e inserimento negli schemi del tecnico. L’allenatore pretende intensità, voglia e combattività, doti che finora l’attaccante ha mostrato solo a sprazzi.

Roma, Dovbik è un caso preoccupante

Un duro lavoro, fisico e mentale, è ciò che aspetta il centravanti. Dovbyk è sempre apparso professionale, ma in campo appare poco combattivo, con errori banali su controlli, sponde e conclusioni. Nella scorsa stagione non ha segnato in nessun big match e in 14 partite non ha mai tirato in porta: dati che rafforzano l’idea di un problema più profondo della semplice forma fisica.

Gasperini spera che le “frecciate” pubbliche possano stimolarlo. Per il derby da titolare le chance sono poche, ma un ingresso dalla panchina potrebbe riaprire la sua avventura in giallorosso. Tutto dipende da lui: l’ultima chiamata è già scattata.

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