
L’Inter approda in finale di Champions League per la seconda volta in tre anni. Forse non tutti lo ricordano, ma a prevedere questo risultato per i nerazzurri fu nientemeno che Pep Guardiola dopo la sconfitta di misura degli uomini di Inzaghi contro il suo City: “Ora sanno quello che valgono”, disse l’allenatore spagnolo. “Torneranno presto in finale“.
Javier #Zanetti: "#PSGInter? Credo che sia una sfida da 50 e 50. Anche i parigini sono arrivati meritatamente in finale di #ChampionsLeague. #LautaroMartinez? Non vi sono dubbi relativamente al fatto che abbia la possibilità di vincere il Pallone d’Oro".
— Inter-News.it (@internewsit) May 8, 2025
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Parole che oggi suonano profetiche, ma che a molti erano sembrate una gentilezza di Pep nei confronti di un avversario che si era appena fatto onore, mettendo in seria difficoltà la sua corazzata. Ma, diciamo la verità, in quanti pensavano che una squadra che fa mercato a zero da tre anni e con l’età media più alta della Champions, dopo soli due stagioni sarebbe riuscita a centrare nuovamente il massimo appuntamento continentale?
Oltretutto, mentre in occasione della prima finale l’Inter fu certamente baciata dalla sorte nei sorteggi, affrontando prima il Benfica, poi il Porto e infine il Milan in semifinale in un cammino faticoso, ma alla portata, quest’anno guardando all’indietro il percorso è stato impressionante: quarta nel maxi-girone e poi, dopo il Feyenoord, i due capolavori con i top club Bayern e Barcellona. Una cosa da romanzo, che i tifosi ricorderanno a lungo.

E chi poteva parlare di tutto ciò se non il giocatore che nel 2010, al tempo del triplete, indossava la fascia da capitano? Javier Zanetti è indissolubilmente legato all’Inter, dove ha trascorso tutta la sua carriera. E oggi al suo posto, in campo, con la fascia al braccio e una leadership riconosciuta da tutti c’è un altro argentino: Lautaro Martinez.
Dopo l’epica impresa con il Barcellona, arrivata al termine di una delle più belle partite di Champions di sempre (non solo al ritorno, ma anche all’andata), il vicepresidente dell’Inter sogna in grande, e lo confessa ai microfoni di Radio La Red, a poche settimane dalla finale di del 31 maggio contro il Paris Saint-Germain.
Javier sogna un passaggio di consegne simbolico: “Mi auguro di vedere la Champions passare dalle mie mani a quelle di Lautaro. Se la merita”. Zanetti ha ancora negli occhi le emozioni della sfida contro il Barcellona: “Sono orgoglioso della prestazione dell’Inter. Tra andata e ritorno la squadra ha dimostrato impegno e ha saputo superare le difficoltà. Due stili diversi, due modi diversi di attaccare, ma abbiamo fatto vedere che ci siamo”.
Poi lo sguardo si sposta sulla finale: “Col Psg sarà una partita secca, da 50 e 50. Anche loro meritano di essere arrivati fin qui. Dovremo giocarcela al massimo, cercando di mantenere il livello mostrato nelle due semifinali”.
Il grande artefice di questo cammino europeo, secondo Zanetti, ha un nome preciso: Simone Inzaghi. “È il leader assoluto della squadra. È con noi da quattro anni e ha reso tutti molto competitivi. Con lui, in tre stagioni, abbiamo raggiunto due finali di Champions. Un traguardo straordinario”.
Ma l’anima della squadra è rappresentata oggi da Lautaro Martinez. “Speravo diventasse il calciatore che è oggi. Nella partita con il Barcellona ha dato tutto, fino a che non è stato sostituito. Per l’Inter e per la Nazionale è fondamentale. Ha un senso di appartenenza fortissimo, si sente riconosciuto e questo fa la differenza”.

Poi la dichiarazione che suona come un augurio: “Non ho dubbi che abbia tutto per vincere il Pallone d’Oro”. Sì, perché Javier nel suo “successore ideale” (anche se nel frattempo si sono alternati altri capitani) crede davvero.
Lautaro è arrivato che era solo un ragazzino, ha fatto gavetta – forse troppa – con Spalletti e poi si è imposto non solo grazie al suo talento, ma a una feroce determinazione. La stessa che lo ha spinto ad andare in campo contro i blaugrana con un muscolo malandato, contro ogni pronostico, di segnare un gol e di procurarsi un rigore anche se, per sua stessa ammissione, faceva fatica anche a camminare.
Ora Javier Zanetti sorride, perché contro i pronostici di tutti (i bookmakers davano largamente favoriti sia il Bayern, sia il Barcellona prima delle rispettive sfide con l’Inter) ora può sognare. Il 31 maggio si saprà se per l’Inter è stata solo una splendida stagione o un’annata che passerà alla storia. Lì, a Monaco di Baviera, potrebbe compiersi un destino: il passaggio testimone tra due argentini, tra due bandiere, tra due capitani coraggiosi.
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