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West Nile, come riconoscere la zanzara: cosa sapere sulla puntura e i 5 sintomi

West Nile, come riconoscere la zanzara: cosa sapere sulla puntura e i 5 sintomi – Il virus West Nile sta allargando la sua diffusione sul territorio italiano. Se fino a poco tempo fa era circoscritto a regioni come Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e in misura minore al Piemonte, oggi si registrano casi anche in Sicilia, Sardegna, Toscana, Campania e persino nel Lazio. A favorire questa espansione è, con ogni probabilità, anche il cambiamento climatico, che incide direttamente sul ciclo vitale delle zanzare. Le temperature più elevate allungano infatti la stagione in cui gli insetti sono attivi. Il monitoraggio epidemiologico in Italia lo dimostra chiaramente: se prima la sorveglianza partiva a fine maggio, ora comincia già all’inizio del mese. I primi insetti positivi al virus vengono individuati già a metà giugno. Ma come si riconosce la zanzara che può trasmettere il West Nile? E soprattutto, quali sono i sintomi e i rischi reali per la popolazione? Risponde il virologo Fabrizio Pregliasco.

Com’è fatta la zanzara Culex?

Il principale vettore del virus è la zanzara del genere Culex, che si distingue da altre specie per alcune caratteristiche. È più attiva al tramonto e durante la notte, ha un aspetto marrone o grigiastro, zampe lunghe e sottili e ali trasparenti. È anche molto silenziosa, il che la rende difficile da individuare. Attenzione, però: riconoscerla a occhio nudo non è semplice. Sono insetti molto piccoli, e per identificarli con precisione serve l’occhio di un entomologo.

È possibile distinguere la puntura?

No, la puntura di una zanzara infetta non è distinguibile da quella di una zanzara comune. Non provoca segni particolari né reazioni evidenti. Si presenta come una puntura qualsiasi, identica a quelle che tutti abbiamo sperimentato in estate. Proprio per questo, sottolinea Pregliasco, non bisogna creare allarmismi inutili: la presenza di una puntura non implica in automatico un contagio. Il periodo di incubazione varia generalmente da 2 a 14 giorni. Nella maggior parte dei casi si tratta di pochi giorni, ma può arrivare fino a due settimane.

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