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Il virus è arrivato anche in Italia: registrati i primi casi. A cosa fare attenzione

Cos’è il virus West Nile e come si trasmette

Il West Nile virus è un’infezione virale che si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare quelle del genere Culex pipiens, meglio conosciute come zanzare comuni notturne. A differenza della zanzara tigre, attiva di giorno, queste zanzare pungono dal tramonto all’alba e rappresentano il principale vettore della malattia.

Il ciclo naturale del virus coinvolge soprattutto gli uccelli selvatici, che fungono da serbatoio. Le zanzare si infettano pungendo questi animali e possono poi trasmettere l’infezione ad ospiti accidentali come l’uomo e il cavallo. Più raramente, il contagio può avvenire anche tramite trasfusioni di sangue, trapianti d’organo o, in casi eccezionali, per via congenita dalla madre al feto o attraverso allattamento. Le recenti variazioni climatiche, con inverni più miti ed estati prolungate, hanno favorito la proliferazione delle zanzare e l’allungamento della stagione di trasmissione. Nelle aree urbane, la presenza di parchi e volatili costituisce un ulteriore elemento di rischio.

Sintomi lievi e gravi: quando preoccuparsi

La maggior parte delle persone infettate dal West Nile virus non sviluppa alcun sintomo. Secondo i dati sanitari, solo il 20% dei casi presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati o sfoghi cutanei. Si tratta, in genere, di una sindrome febbrile che si risolve nel giro di pochi giorni. Nei bambini i sintomi tendono a essere ancora più lievi, mentre nei giovani adulti si osservano febbre moderatamente alta, arrossamento oculare, dolori muscolari e mal di testa. I soggetti più vulnerabili, come anziani o persone già debilitati, possono invece andare incontro a forme più gravi, si legge su Adnkronos.

I sintomi severi colpiscono meno dell’1% degli infetti e comprendono febbre alta, confusione mentale, debolezza muscolare, tremori, disturbi della vista, convulsioni, paralisi e persino coma. In questi rari casi si parla di malattia neuroinvasiva. Alcuni pazienti, pur sopravvivendo, possono riportare danni neurologici permanenti.

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