Silvio Berlusconi è morto a Milano il 12 giugno 2023 ed è stato un politico e imprenditore italiano, quattro volte Presidente del Consiglio. Nell’ottobre 1993 è entrato in politica e nel gennaio 1994 ha fondato Forza Italia, partito politico di centro-destra. A pochi giorni dalla morte di Silvio Berlusconi, il dibattito ormai più caldo riguarda il suo testamento. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, per l’apertura del testamento i tempi sembrano allungarsi e il notaio Arrigo Roveda dello studio RLCD potrebbe riunire i cinque eredi a inizio luglio, quindi tra un paio di settimane. Non ci si aspettano grosse sorprese: le sue ultime volontà erano state riviste un paio di mesi prima della morte con piccoli aggiustamenti. Vediamo nel dettaglio che cosa accadrà. (Continua a leggere dopo la foto)
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Silvio Berlusconi, la notizia improvvisa sul testamento
A pochi giorni dalla morte di Silvio Berlusconi, l’ex presidente del Consiglio e fondatore di Fininvest e Forza Italia, scomparso lo scorso 12 giugno a 86 anni, il dibattito ormai più caldo riguarda il suo testamento. Secondo quanto scrive Il Messaggero, per l’apertura del testamento il notaio Arrigo Roveda dello studio RLCD potrebbe riunire i cinque eredi a inizio luglio, quindi tra un paio di settimane. I cinque eredi sono i figli: Marina e Pier Silvio, nati dal suo primo matrimonio con Carla Dell’Oglio, e poi Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle seconde nozze con Veronica Lario. Non dovrebbero esserci grosse sorprese all’apertura dell’atto ufficiale: le sue ultime volontà erano state riviste un paio di mesi prima della morte con piccoli aggiustamenti, come il lascito di qualche decina di milioni all’ultima compagna Marta Fascina. Nessun ribaltamento in vista per gli assetti attuali, con Marina e Pier Silvio al vertice delle tre aziende quotate (MFE-Mediaset, Mondadori e Mediolanum) e nessuna novità anche per gli interessi economici degli altri tre figli. (Continua a leggere dopo la foto)
I doppi diritti e le differenze tra i figli
Nel testamento di Silvio Berlusconi potrebbero dunque essere presenti specifiche direttive su doppi diritti di voto e patrimoniali, per soddisfare tutti gli eredi e scongiurare guerre in tribunale. La soluzione potrebbe dunque essere legata alla presenza di azioni A, con diritti di governance (a favore dei primi due figli) e azioni B (per Barbara, Eleonora e Luigi) con diritti patrimoniali che assicurerebbero un’equa spartizione dei beni tra tutti. Marina e Pier Silvio resterebbero dunque a capo di Fininvest pur mantenendo un 20% a testa, seppur con l’obbligo di unanimità su voti decisivi (come un’eventuale cessione della tv). Questo modello è già utilizzato sia in Italia che all’estero. Per saperne di più, non c’è che da aspettare qualche settimana.