
In un campionato di Serie A sempre più tattico e fisico, il dominio passa dal centrocampo. E tra le cinque squadre maggiormente accreditate per la vittoria finale, il Napoli di Antonio Conte sembra avere il motore più completo. Il tecnico salentino, pur di far convivere De Bruyne, McTominay, Anguissa e Lobotka, ha varato un inedito 4-1-4-1. Una mossa audace che ha reso gli azzurri primi in Italia per possesso palla, passaggi completati e precisione nei passaggi.
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Ma c’è un prezzo da pagare: lo spostamento di McTominay sulla sinistra, sacrificato per l’ingresso di De Bruyne in cabina di regia. Una soluzione che funziona nei numeri ma limita il potenziale offensivo dello scozzese. Conte, però, ha in mano un centrocampo da titolo: il più tecnico, il più profondo, il più europeo.
Gian Piero Gasperini per ora ha costruito la sua Roma si concetti di sacrificio e ordine. In mezzo il leader è Manu Koné, motore instancabile e perfetto esempio del calcio verticale del tecnico piemontese. Al suo fianco, Bryan Cristante, equilibratore e uomo d’esperienza. (continua dopo la foto)

Il centrocampo giallorosso non incanta per estro ma funziona per intensità: quarto in Serie A per passaggi tentati, ma solo decimo per percentuale di riuscita (80,6%). Gasperini privilegia la sostanza alla forma, come già accadeva a Bergamo con De Roon e Freuler. La Roma non ha il tocco dei rivali, ma ha un’anima collettiva che può fare la differenza.
Il Milan è la squadra che più ha cambiato volto. Gli arrivi di Luka Modric e Adrien Rabiot hanno portato esperienza, ordine e qualità. Allegri – tornato a Milano dopo anni di Juve – ha costruito intorno a loro un sistema razionale e armonioso, supportato dall’energia di Fofana.
I rossoneri guidano la Serie A per percentuale di passaggi completati, e la mano dei due veterani si vede: ogni azione nasce dai loro piedi, ogni compagno trova in loro una via d’uscita sicura. Con Ricci, Jashari e Loftus-Cheek come alternative, la mediana del Milan è completa e di livello europeo: una candidata naturale allo scudetto.
Per anni il centrocampo dell’Inter è stato il migliore d’Italia: Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan hanno incarnato un esempio perfetto di equilibrio, corsa e fantasia. Oggi, però, l’età e la fatica iniziano a pesare. Con Sucic, Zielinski e Diouf alle spalle, l’Inter resta competitiva, ma meno dominante. (continua dopo la foto)

I numeri non mentono: i nerazzurri sono dietro al Napoli per possesso palla e passaggi riusciti, e soffrono l’assenza di un vero vice Calhanoglu dopo la partenza di Asllani. Anche se Chivu in quel ruolo, in assenza del turco, ha trovato in Barella una valida alternativa. Il reparto è di primo piano, ma con qualche crepa nel telaio che avrebbe dovuto essere riempita con un acquisto importante. Ma non è arrivato quello che il tecnico chiedeva, e alla lunga può diventare un problema.
La Juventus è l’unica tra le prime cinque a sembrare meno equilibrata e varia nel reparto di mezzo. Locatelli e Thuram sono gli unici punti fermi di un centrocampo che sinora ha mostrati dei limiti, con Koopmeiners che non riesce a uscire da una crisi ormai cronica, mentre McKennie viene usato come jolly per sopperire alle emergenze.
Serie A, lo scudetto passa dal centrocampo
Tudor si ritrova con una mediana incompleta e non molto fantasiosa, che non costruisce gioco: un problema che si riflette direttamente sull’attacco, con le punte che faticano a trovare la via del gol. Senza un motore affidabile, la manovra bianconera si spegne presto e la doppia fatica fra campionato e Champions League rischia di peggiorare la situazione.
Il reparto più completo e più forte, dunque, potrebbe essere quello del Napoli, ma il Milan lo insidia molto da vicino e l’Inter, se reggerà alla mole di impegni, resta su un livello molto alto. La Roma è un progetto in crescita, mentre la Juve ha bisogno di rinforzi per essere veramente competitiva. Lo scudetto passerà da lì, e la corsa è appena iniziata.
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