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“Senza senso”: ponte sullo stretto, è bufera. Cosa sta succedendo

I rischi durante la costruzione e il precedente giapponese

Anche la fase di costruzione presenta rischi altissimi. Tozzi ricorda il caso del Ponte di Akashi, in Giappone: durante i lavori, un terremoto di magnitudo 6.8 fece spostare un pilone di 120 centimetri, costringendo gli ingegneri a eliminare la parte ferroviaria dal progetto. Un esempio che, secondo lui, dovrebbe far riflettere: “È proprio durante la costruzione che il ponte è più fragile. E qui i piloni sarebbero alti quasi 400 metri, come l’Empire State Building, e poggerebbero su una delle coste più instabili d’Italia, soggetta a scivolamenti profondi”.

Un sogno che piace solo a chi è lontano

Infine, Tozzi smonta anche il presunto consenso popolare intorno al Ponte: “Il progetto piace soprattutto a chi sta lontano. Ma a chi vive lì, non serve”. E rincara la dose con un’ironia amara: “Quando lo dovevano fare i privati, il pedaggio doveva costare 50 euro, altro che 10”. Un’altra stoccata che mette in dubbio la sostenibilità finanziaria dell’opera, oltre a quella tecnica e geologica. Mentre il governo tira dritto, il ponte divide sempre più l’Italia tra chi sogna un collegamento epocale e chi lo considera una pericolosa utopia.

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