
Un nuovo, inquietante tassello si aggiunge all’inchiesta sulle scommesse illegali online che coinvolge diversi giocatori di Serie A. I pubblici ministeri Paolo Filippini e Roberta Amadeo ipotizzano che Nicolò Fagioli e Sandro Tonali non si limitassero a scommettere, ma avessero un ruolo attivo nella diffusione delle piattaforme illegali, promuovendole tra colleghi e amici calciatori.
Caso #Scommesse #SerieA, #Fagioli al centro della nuova indagine ⚠️
— JuventusNews24.com (@junews24com) April 12, 2025
La rivelazione: «Peggiore di #Tonali, deposizioni meno sincere». Cosa succede ⬇️⬇️ https://t.co/4fUVb3flzd
Un’attività che, secondo i magistrati, li trasformava di fatto in “collettori” del sistema, figure intermedie tra i gestori e nuovi “clienti”. Al centro dell’indagine ci sono le piattaforme gestite da Tommaso De Giacomo, Patrick Frizzera, Antonio Scinocca, Antonino Parise e Andrea Piccini, per i quali la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari.
A supportare questa ricostruzione ci sono decine di intercettazioni telefoniche e chat acquisite nel corso delle indagini. In uno dei messaggi chiave, De Giacomo si rivolge a Fagioli con tono esplicito: “Bravo, catturalo. Lavora per me, stagli vicino che se lo catturo bene poi ti faccio il regalo”.
Il riferimento è a Nicolò Zaniolo, che secondo gli inquirenti sarebbe stato indirizzato da Fagioli verso una delle piattaforme. Il centrocampista della Fiorentina, stando agli atti, avrebbe “agganciato” anche Raoul Bellanova, all’epoca al Torino, e coinvolto – almeno nei tentativi – anche Weston McKennie.
In una conversazione con De Giacomo, Fagioli fa riferimento a una serie di perdite al gioco subite da Bellanova: “Sai qual è il bello? Che glielo sto consigliando io. Sto ridendo da solo… Qual è la mia percentuale?”. A cui De Giacomo replica: “Ti carico 5k (5.000 euro, ndr) in omaggio, per pagarti il biglietto di stasera, visto che mi hai portato un cliente”. In un altro scambio, De Giacomo incalza: “Ma il buon Weston (McKennie)… perché non me lo fai prendere agli altri giochi? Sei lì che dormi…”
Nella versione fornita agli inquirenti, Fagioli ha negato di aver voluto trarre vantaggi: “Mi avevano proposto un compenso se portavo altri scommettitori, ma non volevo guadagnare sugli amici”. Ma, i magistrati sottolineano come i contenuti delle chat raccontino altro: in più occasioni Fagioli avrebbe negoziato crediti di gioco o sconti sui debiti in cambio di nuovi ingressi sulla piattaforma.
Sandro Tonali, un ruolo più strutturato
Meno dettagli emergono al momento su Sandro Tonali, ma la Procura lo inseriscetra i “collettori” del sistema. A differenza di Fagioli, Tonali – già coinvolto e squalificato nei mesi scorsi – avrebbe avuto un ruolo più solido e strutturato nella rete. Le sue dichiarazioni agli inquirenti sono state giudicate più coerenti con il quadro probatorio, ma non lo sottraggono alla pesantezza delle accuse.
L’indagine milanese si intreccia con altri filoni aperti in Italia, in particolare a Torino, dove è partita la prima inchiesta sul mondo delle scommesse nel calcio. I magistrati ora dovranno valutare se vi siano gli estremi per contestare reati associativi e in quale misura le società calcistiche fossero al corrente delle attività dei propri tesserati.
Un’onda lunga che rischia di travolgere altri nomi noti del calcio italiano e che al momento solleva un interrogativo inquietante: quanto era diffusa, e quanto consapevolmente, questa rete illegale nei corridoi della Serie A?
Leggi anche:
- Serie A, scommesse illegali: cosa rischiano i club? La risposta dell’esperto
- Terremoto sulla Serie A, dodici calciatori indagati: ecco tutti i nomi