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Sci, Brignone “punta” i Mondiali: e parla anche di Jannik Sinner

Sci, Federica Brignone si prepara a vivere da protagonista i Mondiali di Saalbach (Austria), suggello di una stagione straordinaria che l’ha vista vincere in più discipline e imporsi come leader della Coppa del Mondo. A 34 anni, la sciatrice valdostana ha riscritto record di longevità e ampliato il suo palmarès, trovando il successo anche in discesa libera, una delle sfide che aveva pianificato con il compagno-allenatore Davide.

“Questa stagione è il frutto di anni di lavoro fisico, tecnico e mentale”, ha dichiarato Brignone al Corriere della Sera. “Restare a questo livello richiede dedizione e miglioramento continuo, sia tecnico che personale”. L’obiettivo della campionessa azzurra è chiaro: “Voglio esprimere il mio miglior sci, dare il 100%. Il risultato non dipende solo da me, ma se metto in pista tutto il mio potenziale posso ottenere qualcosa di importante“.

In vista dei Mondiali, Brignone dovrà vedersela con avversarie del calibro di Mikaela Shiffrin e Lara Gut-Behrami, ma tra le fonti di ispirazione c’è anche Sofia Goggia, con cui condivide una delle stagioni più brillanti dello sci italiano. “Da Sofia ho imparato a guardare solo a me stessa, a valutare meglio le scelte e ad affrontare i momenti complicati con più carattere“, ha ammesso.

Sci, Federica Brignone: “Ho imparato anche da Sofia Goggia”

Se lo slalom speciale resta la disciplina in cui si sente meno sicura – “ho poco spazio di manovra e ho paura di sbagliare” –, Brignone si concentra anche sul futuro fuori dalle piste. Pur proteggendo la sua vita privata, ha parlato del compagno Davide, skiman nel circuito della Coppa del Mondo.

“Mi capisce e mi sostiene. Un giorno vorrei avere figli e dedicarmi a loro come i miei genitori hanno fatto con me e mio fratello”. Brignone ha infine commentato la decisione di Sinner di non andare al Quirinale per recuperare energie dopo l’Australian Open.

“Viaggiare è faticoso, bisogna incastrare tutto con gli allenamenti. So cosa significa girare il mondo, cambiare hotel ogni due giorni, abituarsi ai fusi orari. Posso capire la decisione di Sinner, riposare meno incide sulla prestazione, a questi livelli ogni dettaglio conta“.

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