Il ricordo di Riccardo
“Ogni giorno era una meraviglia, ci sono stati alcuni momenti di difficoltà, ma non mancava mai il sorriso. Il 5 ottobre 2014 io sono tornato in Italia, mentre lui rimase qualche giorno in più. Dieci anni dopo, la sera del 5, è finito il suo viaggio.” La testimonianza di Riccardo offre uno spaccato prezioso della vita di Sammy, evidenziando il suo spirito indomito e la capacità di affrontare le sfide con un sorriso. (Continua a leggere dopo le foto)
L’ultima sera di Sammy Basso
Come ha trascorso Sammy Basso la sua ultima sera? “Stava ballando; si è accorto di non sentirsi bene, ma ha scelto di non tornare a casa. Ha sempre mostrato una grande resistenza di fronte alle difficoltà,” rivela Riccardo, suo amico sin dai tempi della scuola. “Ci siamo conosciuti il primo giorno di scuola alle superiori, avevamo 14 anni. Poi ci siamo ritrovati a Padova all’università: io studiavo ingegneria, lui era iscritto alle facoltà legate alla ricerca sulla sua malattia.” Riccardo prosegue, “Fino all’ultimo giorno, Sammy ragionava con progettualità verso il futuro. Eravamo ragazzi e mi diceva: andrò all’università, mi laureerò, studierò la malattia.”
“In classe, a causa della sua altezza, gli assegnavano il primo banco, ma se si trattava di fare qualche scherzo, anche ai professori, non si tirava mai indietro, accettando anche qualche punizione per non apparire favorito. Negli Stati Uniti, a Roswell, il luogo famoso per le presunte scoperte di alieni, si finse uno di loro. Amava ridere e divertirsi,” racconta Riccardo. “Tra i migliori, Sammy mi ha insegnato che un cuore grande fa posto a molti. Aveva tantissimi amici.”
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