La strage di Erba è stato un caso di omicidio plurimo commesso a Erba, in provincia di Como, l’11 dicembre 2006. La strage sarebbe stata compiuta dai coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi nota come Rosa, i quali avrebbero uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio (Montorfano, 29 giugno 1941 – Como, 16 settembre 2014), colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie ad una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento. La strage avvenne nell’abitazione di Raffaella Castagna, in una corte ristrutturata nel centro della cittadina. Il 3 maggio 2011, la corte suprema di cassazione ha rigettato i ricorsi proposti, rendendo definitiva la sentenza d’appello che aveva riconosciuto come autori della strage i coniugi Romano, già condannati all’ergastolo in primo grado. Ora è arrivato, dopo anni, l’ok all’udienza di revisione del processo e su questo terribile caso di cronaca nera ha detto la sua la criminologa Roberta Bruzzone. (Continua a leggere dopo la foto)
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Rosa e Olindo, parla la criminologa Roberta Bruzzone
La criminologa Roberta Bruzzone è una dei 57 consulenti di parte di Rosa Bazzi e Olindo Romano. La donna lavora sul caso della strage di Erba dal 2009 e lo fa senza ricevere indietro un euro. In questi giorni è arrivalo l’ok all’udienza di revisione del processo e la Bruzzione alle pagine di Libero ha spiegato come sono riusciti ad ottenere ciò: “Abbiamo seriamente messo in discussione tutto. Dalla micro-traccia sul battitacco che a nostro modo di vedere è stata acquista con modalità non accettabili anche per l’epoca, alla testimonianza di Mario Frigerio resa in ospedale che è frutto di una rielaborazione successiva, fino all’impossibilità della signora Cherubini di gridare, col tipo di lesioni che aveva, e che invece è stata sentita chiedere aiuto sei o sette volte. Io mi sono occupata di mettere a confronto quello che i due coniugi hanno riferito nelle sgangherate confessioni con ciò che le tracce hanno restituito. Emerge proprio una versione dei fatti priva del benché minimo riscontro. Mi creda, ognuno di noi ha lavorato su tanti aspetti. Ci sono elementi testimoniali nuovi, ci sono delle piste nuove che abbiamo indicato, elementi in più. È chiaramente una lettura diversa di quella già esaminata. Abbiamo testimoni che dicono che dentro quella casa, quel giorno, non c’erano Rosa e Olindo ma qualcun altro”. (Continua a leggere dopo la foto)
La possibilità di un enorme errore giudiziario
Nel caso la sentenza venisse ribaltata si potrebbe parlare di un errore giudiziario enorme e su questo argomento alle pagine di Libero, Roberta Bruzzone ha dichiarato: “La fermo. Qui siamo oltre Tortora. Per il tipo di gravità dell’accusa, tanto per cominciare, e per la lettura totalmente distorta degli elementi probatori. Ma il problema grosso, laddove si arrivasse davvero a un ribaltamento, cosa che ci auguriamo, non è soltanto legato al sistema giudiziario in sé, bensì anche al modo in cui dovremmo ripensare il ruolo del consulente tecnico. Questo è un processo estremamente tecnico. Dovesse accadere il ribaltamento, avrebbe delle ripercussioni trasversali su qualsiasi aspetto del processo penale. Abbiamo applicato una serie di competenze scientifiche che nel corso degli anni si sono affinate, sì. E in altri casi abbiamo ribadito che quello che è stato affermato da alcuni consulenti della procura scientificamente è impossibile. Dal nostro lato non pregiudica nulla. A Milano è stato dato un parere negativo, è vero, ma l’istanza di revisione doveva essere trasmessa. Poi è arrivata la nostra e i giudici, adesso, serenamente, faranno le loro valutazioni in totale autonomia”.
Infine, alla domanda “Lei si è convinta subito dell’innocenza di Rosa e Olindo?”, la criminologa ha precisato: “Guardi, chiariamo una cosa: il mio non è un convincimento dovuto a simpatie o antipatie. Quando mi hanno contattato per occuparmi del caso non volevo neanche prendere la consulenza. Ero convinta, a livello mediatico, che questi due fossero stra-colpevoli. Mi sono fatta convincere a dare un’occhiata alla scena e alle dichiarazioni. Sono partita da lì: e lì mi sono convinta che Rosa e Olindo non c’entravano niente con la strage”. Ora da Marzo 2024, come ha detto la Bruzzone, si tornerà “a parlare di tutto quello che è stato depositato nell’istanza. È un processo, a tutti gli effetti”.
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