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Eroe di Coppa, ma ora Gattuso chiede di più. La rinascita del Napoli nei piedi di Insigne

rinascita insigne

Da corpo estraneo con Ancelotti a Lorenzo il magnifico: questa è la parabola che sta vivendo Lorenzo Insigne nella sua stagione con il Napoli. Il capitano azzurro si sta rivelando come uno dei migliori elementi della squadra dopo l’arrivo in panchina di Gennaro Gattuso, in una stagione cominciata tra rapporti controversi e prestazioni poco convincenti. E la rinascita degli azzurri, nel girone di ritorno, potrebbe passare da capitan Insigne.

Eroe di Coppa Italia: tre gol per le semifinali

La Coppa Italia porta bene al Napoli e al suo capitano. Nei primi mesi con Gattuso in panchina, le maggiori soddisfazioni sono arrivate in questo torneo. Il Napoli infatti è riuscito a superare il Perugia agli ottavi di finale e la Lazio ai quarti, entrando di diritto nelle “top 4” della manifestazione. Due successi firmati da Insigne, che ha steso gli umbri con due rigori trasformati con freddezza e ha fermato la corsa della Lazio schiacciassassi di Simone Inzaghi con una giocata delle sue. Nel corso del primo tempo, l’attaccante azzurro si è bevuto due avversari sul settore sinistro dell’area di rigore e ha beffato Strakosha facendo passare il pallone sotto le sue gambe.

Certamente due ottime prove da parte di Insigne, in netta ripresa da quando Gattuso ha sostituito Ancelotti. Il nuovo tecnico del Napoli ha riportato il 4-3-3 di sarriana memoria, puntando molto su Lorenzo il magnifico e avendo risposte convincenti anche in campionato. Un rendimento che cozza con quello della squadra, scivolata addirittura all’undicesimo posto dopo aver racimolato appena tre punti nelle ultime cinque gare.

La pressione di “essere napoletano”

Insigne torna a sorridere, dopo mesi di mugugni e ipotesi di separazione. La sua stagione non era infatti cominciata nel migliore dei modi, reduce da un’annata partita benissimo e proseguita sempre più in ombra. Il calo tra gennaio e maggio del 2019 è coinciso con l’investitura come capitano dopo l’addio di Marek Hamsik: una responsabilità in più, per un giocatore che ha sempre esternato quanto soffrisse la pressione emotiva per giocare nella sua terra.

Nel ritiro estivo cominciano anche i problemi con l’allora tecnico Carlo Ancelotti che, a proposito di Insigne, dichiara: “Viene da una stagione altalenante: mi aspetto comportamenti e atteggiamenti da capitano”. Certamente uno stimolo per il ragazzo, ma anche una fiducia non esagerata nelle sue possibilità. Ad agosto comincia la stagione ed Insigne, dopo una partenza boom contro la Fiorentina (2 gol e 2 assist) fatica a ad avere un rendimento costante. Il turnover vorticoso del tecnico e il 4-4-2 da lui adottato penalizzano il giocatore, che recita un ruolo sempre minore nella formazione partenopea.

Addirittura, in occasione della sfida di Champions League in trasferta contro il Genk, Insigne viene mandato in tribuna da Ancelotti. Una scelta che il mister giustifica con la poca brillantezza del giocatore in allenamento e che deteriora il rapporto tra i due. Il gol di Insigne contro il Salisburgo, determinante per la vittoria del Napoli, riconcilia solo virtualmente le due parti. Un rapporto dunque con più alti che bassi, che aveva portato inevitabilmente il giocatore a pensare di lasciare Napoli. Con Gattuso le cose sono decisamente cambiate: è ancora presto per emettere sentenze, ma ci sono tutti gli indizi per un pieno riscatto della squadra e del suo capitano.