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Red Bull nel caso, fra scandali sexy e Verstappen: la verità sull’addio di Horner

La Red Bull ha detto addio al suo storico team principal Christian Horner, una decisione clamorosa che scuote il paddock e potrebbe riscrivere gli equilibri della Formula 1. L’uomo dei 14 titoli mondiali – 8 Piloti e 6 Costruttori – è stato licenziato dopo 12 Gran Premi della stagione 2025, segnando la fine di un’epoca e, forse, l’ultima mossa disperata per trattenere Max Verstappen.

Al suo posto è stato promosso Laurent Mekies dalla Racing Bulls, con Alan Permane a prenderne il ruolo nella squadra satellite. Un rimpasto improvviso, ma non inatteso: da tempo le crepe nel team austriaco erano sotto gli occhi di tutti.

A segnare il destino di Horner è stato innanzitutto lo scandalo sessuale del 2024, che aveva coinvolto direttamente il manager britannico per comportamenti inappropriati verso una dipendente. Scagionato dalle accuse e confermato al suo posto, Horner aveva però perso la fiducia di una parte del team – incluso, soprattutto, il clan Verstappen.

Jos Verstappen fu durissimo: “Se Horner resta, il team esploderà”. E così è stato. Lo spogliatoio si è spaccato, la fuga dei tecnici è diventata una valanga, la competitività si è erosa. La Red Bull ha perso nel 2024 figure chiave come Rob Marshall, Adrian Newey, Jonathan Wheatley, Will Courtenay.

E le uscite non si sono fermate lì: sempre più uomini – da aerodinamici a telaisti – hanno rassegnato le dimissioni per passare altrove, spesso attratti da offerte più ricche (Cadillac in testa, che assume al ritmo di 60 tecnici al mese). (scrivi articolo da questo testo)

Nuovo motore Red Bull 2026

La domanda adesso è una: l’allontanamento di Horner servirà a trattenere Verstappen? Per ora non c’è una risposta definitiva, ma è certo che l’olandese e il suo entourage non piangeranno per l’uscita del manager. Il problema, però, non è solo la leadership: è il clima, è il progetto tecnico che si sfalda, è il futuro che non convince più.

Nel 2026 Red Bull produrrà internamente le sue power unit in partnership con Ford, ma il progetto è in ritardo e il personale tecnico è in fuga. Il direttore tecnico Pierre Waché rischia di trovarsi, dopo la pausa estiva, con interi reparti da ricostruire, in particolare su cambio e sospensioni. E assumere profili validi richiede tempo.

Il licenziamento di Horner, quindi, non è solo la fine di un’epoca: è il tentativo estremo di salvare la baracca. Ma forse arriva troppo tardi. Verstappen è terzo in classifica, a 69 punti dalla vetta, e la Red Bull, dopo anni di dominio, è fragile, vulnerabile, smarrita. Ora tocca a Mekies tentare l’impossibile: tenere insieme ciò che sembra essersi già rotto.

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