
La storia si ripete: Carlos Alcaraz, per Jannik Sinner, è come la criptonite per Superman. Ormai non si può più parlare di casualità, visto che lo spagnolo ha trionfato per la quarta volta negli ultimi quattro incontri. La verità è che quando Carlitos gioca con questa concentrazione, soprattutto sulla terra, è più forte di Sinner. Anche se meno continuo nei risultati.
📰 Paolini regina di Roma, Sinner e Alcaraz show: le pagelle del Foro Italico 2025
— Tennis Circus (@Tenniscircus) May 19, 2025
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Jannik e Carlos sono giocatori diversi. Più metodico l’italiano, più talentuoso lo spagnolo. E chi ha giocato a tennis sa che ci sono avversari che, per quanto ci provi, ti mettono sempre in difficoltà. Non è matematica, ma l’incrocio fra stili e attitudini diverse.
Il Centrale del Foro Italico ha celebrato lo spettacolo più atteso, ma non ha potuto gridare la propria gioia: quella per il suo campione. A prendersi la scena nella finale maschile è stato Alcaraz, che ha messo in campo la miglior versione possibile di sé: potente, vario, aggressivo. Quando gioca così, semplicemente non si batte.
Eppure Jannik non ha sfigurato nel corso del torneo, anzi. Dopo tre mesi di stop, culminati con il ritorno in campo a Roma, è riuscito a raggiungere una finale che già di per sé vale un applauso. Ma la partita contro il rivale spagnolo – il vero duello del presente e del futuro – ha lasciato un segno. Non solo nel punteggio, ma anche nello svolgimento. (continua dopo la foto)

Il primo set è stato equilibrato, con Sinner capace di procurarsi due palle set sul servizio dell’avversario. Ma dopo il tie-break perso si è spento completamente, lasciando il palcoscenico al Carlitos che, come nel suo giardino di casa, ha dominato sul rosso con una varietà di soluzioni che l’altoatesino non ha potuto contrastare.
Il servizio ha tradito Jannik, la smorzata è rimasta nel cassetto. L’inattività ha pesato sulle gambe, gli scambi si sono fatti duri e, nel confronto diretto tra dritto e rovescio, lo spagnolo ha avuto sempre la meglio. Peccato, perché la sensazione è che con un pizzico in più di condizione, sarebbe stata una guerra vera fino all’ultimo punto.
Il tris azzurro è sfumato, e non c’è molto da recriminare perché il risultato della finale maschile è stato netto e inequivocabile. Ma nonostante questo, il tennis italiano è uscito da Roma a testa altissima. Grazie a Sinner e a Musetti, ma soprattutto grazie alle ragazze.
Jasmine Paolini è stata l’eroina di questi Internazionali. Prima il titolo nel singolare, poi l’incredibile bis nel doppio in coppia con una Sara Errani capace di tirare fuori l’ennesima grande prestazione a 38 anni. Le due hanno ribaltato una partita in cui erano sotto 4-0, con una tenacia che è il manifesto perfetto della loro sincronia e della voglia di vincere.
Nel bilancio vanno messi anche i segnali positivi di Lorenzo Musetti, arrivato alla semifinale dopo la finale di Montecarlo e l’altra semifinale di Madrid. Il Muso ha mostrato una maturità mai vista prima ed è entrato nei Top 10 con pieno merito. Il suo tennis elegante e offensivo ha trovato finalmente una solidità mentale che ci fa ben sperare per il Roland Garros. (continua dopo la foto)

Sinner resta numero uno del mondo, ma ora i confronti diretti con Alcaraz dicono 7-4 per lo spagnolo. La loro rivalità è diventata la benzina del circuito: fra loro e gli altri c’è un gap notevole e difficile da colmare. A Parigi si consumerà il prossimo atto di questo duello, su quel Philippe Chatrier che si addice soprattutto a Carlitos, mentre la terra rimane più ostica per Sinner.
Cosa deve fare il nostro campione per invertire la tendenza negli scontri con il suo grande rivale? Forse, il primo passo è accettare che giocare solo di pressione, cercando di sfondare le difese dell’altro, non basta. Anzi, lo motiva e lo mette in palla. Bisognerà trovare qualche variante tattica, e sicuramente migliorare ulteriormente il servizio che è diventato uno dei colpi fondamentali per Sinner, ma funziona un po’ a intermittenza: e in finale è mancato.
Il cemento arriverà, e lì Jannik probabilmente partirà favorito anche sul suo rivale. E anche sull’erba si prevede maggiore equilibrio. Ma prima c’è la sfida più dura: vincere su una superficie che premia le caratteristiche dello spagnolo. A Vagnozzi e Cahill il compito di mettere Sinner nella miglior condizione per provarci. Perché Parigi è un sogno che non si può trascurare: ma servirà lo Jannik dei giorni migliori per arrivare in fondo.
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