I funerali di Amar Kudin
Ieri, sabato 23 novembre, si sono svolti i funerali di Amar Kudin. Il feretro è arrivato allo stadio scortato da un corteo di moto ed auto della Polizia con le sirene accese e i colleghi in alta uniforme. La cerimonia è stata celebrata con gli onori ai caduti della Polizia di Stato e la tromba ha intonato il silenzio d’ordinanza. La bara, portata a spalla dai colleghi e cinta dalla bandiera italiana, è stata deposta al centro del campo, dove erano presenti anche le magliette delle squadre e delle società nelle quali l’agente aveva svolto la sua attivià agonistica. Tutto davanti alle tribune, gremite come il tappeto erboso.
Al termine delle esequie il feretro è stato portato per la tumulazione nel cimitero di Paese. Venerdì scorso la camera ardente alla caserma Maurizio Giglio del Reparto Volanti della Questura di Roma in via Guido Reni. (continua dopo le foto)
Le lacrime
A dargli l’ultimo saluto sono giunti, inoltre, centinaia di amici, ex compagni di squadra e colleghi, che si sono idealmente stretti a mamma Vesna, alla sorella di Amar, Tajma e alla sua compagna Anna, facendogli sentire l’affetto e la vicinanza dell’intera comunità e della grande famiglia della Polizia di Stato.
Per l’occasione, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ed il capo della Polizia Vittorio Pisani, che nei giorni scorsi si erano recati alla camera ardente allestita per Amar a Roma, hanno fatto giungere due corone di alloro come segno della vicinanza dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza alla famiglia del giovane poliziotto. In tutta la cittadina di Paese gli uffici pubblici, le associazioni e le attività di ogni genere hanno rispettato un minuto di silenzio all’inizio delle esequie, che si sono chiuse con un lungo e caloroso applauso mentre nello stadio risuonavano le note del “Silenzio d’ordinanza”, suonate da un trombettiere della Polizia di Stato.
Tra i tanti omaggi floreali c’era anche quello di Giada, la poliziotta che era alla guida dell’auto su cui viaggiava Amar durante il tragico incidente, accompagnato da un emozionante messaggio “accanto a te mi sentivo una sorella più piccola, mi difendevi”.
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