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“Perché non l’hanno fatto nel 2007”: Garlasco, la verità sul tampone di Chiara Poggi

Perché nel 2007 il tampone orale non fu analizzato

Una domanda sorge spontanea: perché questo DNA è stato trovato solo ora? La risposta, sempre secondo Fanpage.it, è tecnica: nel 2007 non si procedette con un’analisi del tampone orale di Chiara perché non risultavano segni di violenza sessuale. In assenza di tali elementi, è raro che la bocca della vittima contenga tracce dell’aggressore. Perfino il DNA di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della giovane, non è stato rilevato nella sua bocca, nonostante si fossero visti la sera precedente.

Solo se la vittima avesse morso l’aggressore – lasciando quindi anche tracce di sangue – si sarebbe potuto ipotizzare un contatto utile dal punto di vista forense. «Se Chiara Poggi avesse morsicato il suo killer – ha dichiarato Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi – avremmo trovato molto più materiale genetico maschile nella sua bocca».

I limiti dell’inchiesta e le differenze con il caso Yara

La mancanza di un DNA completo e la natura incerta della traccia rendono il percorso per identificare “Ignoto 3” estremamente accidentato. Nel caso di Yara Gambirasio, invece, l’indizio genetico era inequivocabile e posizionato in un punto chiave del corpo, giustificando il ricorso a tamponi “a tappeto”.

Qui, invece, l’approccio investigativo è molto più cauto, quasi chirurgico. E non è detto che porti a un risultato. La scoperta potrebbe rivelarsi una falsa pista, l’effetto collaterale di una negligenza procedurale avvenuta quasi vent’anni fa. Ma solleva comunque dubbi profondi sulla gestione delle prove. La ricerca della verità sul caso Chiara Poggi resta aperta. E ogni traccia, anche se confusa, merita di essere seguita fino in fondo.

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