Brutte sorprese per quanto riguarda le pensioni, le novità saranno tutt’altro rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Il governo è ora al lavoro per definire le nuove regole per il pensionamento: la bozza della Manovra nelle prossime settimane verrà discussa dalle Camere. Che cambiamenti potrebbero entrare in vigore nel 2024? (Continua dopo le foto)
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Pensioni, arriva Quota 104: i tagli fiscali
Ci sarà un grande taglio fiscale per quanto riguarda lavoro e pensioni. La stretta sui pensionamenti anticipati (con la fine di Opzione donna e i vincoli più stringenti per l’Ape sociale) sarà anche più drastica di quanto annunciato al momento del varo della legge di Bilancio. Con una quantità minima di soldi da investire in una riforma delle pensioni come si deve, porterà ad un cambiamento che non andrà di certo ad agevolare i lavoratori. Una delle novità che non faranno piacere agli italiani è l’introduzione di Quota 104. (Continua dopo le foto)
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Pensioni, tutte le novità nella bozza della manovra
Quota 104 implica almeno 63 anni d’età e 41 di contributi versati per andare in pensione. Tuttavia, chi sceglierà quest’opzione per andare in pensione prima, dovrà mettere in conto anche delle penalizzazioni sull’importo dell’assegno. Il taglio sarà tanto maggiore quanto più il soggetto andrà in pensione prima rispetto ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia, fa sapere Il Corriere. Cambiato i requisiti anche per percepire l’Ape sociale: da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Invece, per accedere a Opzione donna le lavoratrici dovranno aver maturato entro il 31 dicembre 2023 almeno 35 anni di contributi e 61 anni d’età, con uno sconto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due. (Continua dopo le foto)
La manovra contro i più giovani
Un’altra novità è totalmente a svantaggio per i più giovani. La quota minima di pensionamento anticipato a 64 anni con 20 anni di contributi passa da 2,8 (legge Fornero) a 3,3 volte l’assegno sociale (quindi da 1.409 a 1.661 euro al mese) l’importo minimo da maturare per poter andare in pensione anticipata con il contributivo, cioè a 64 anni d’età e 20 di contributi. In questo modo, soltanto chi prende di più può andare in pensione prima. Decisamente non a favore dei più giovani, che devono fare i conti con il precariato e salari ridotti all’osso.