La dinamica
Nella serata di ieri, un litigio in famiglia, generato da motivi banali, si è trasformato in una vera e propria tragedia. Secondo le informazioni raccolte dagli investigatori, Nicolò Borghini di 34 anni era da poco tornato a casa dopo una serata trascorsa con gli amici. Il giovane si sarebbe infuriato per aver trovato il portone del garage chiuso. Da questo banale inconveniente sarebbe scaturito un acceso confronto con i genitori, i quali sostengono che il figlio li abbia aggrediti. La madre sarebbe riuscita a rifugiarsi in una stanza, mentre il padre avrebbe reagito colpendo Nicolò con due colpo di fucile e uccidendolo. Sarebbe stato poi il padre stesso a chiamare i soccorsi, i quali, giunti sul posto, hanno potuto solo constatare il decesso del giovane. La ricostruzione dei fatti è ancora in fase di verifica da parte degli inquirenti. (Continua…)
Le parole del legale
Durante la notte, il padre Edoardo è stato ascoltato in caserma ed ha negato che il figlio avesse problemi di tossicodipendenza, ma ha confermato che la convivenza familiare fosse segnata da tensioni prolungate. Anche amici e conoscenti di Edoardo hanno confermato che la situazione in famiglia era abbastanza difficile da tempo. L’avvocato del 63enne, invece, ha dichiarato: “Il comportamento del mio assistito è una reazione a una situazione di stress che perdurava da tempo, senza alcun legame con droghe, e caratterizzata da violenze che il figlio ha inflitto ai genitori”.
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