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NBA, terza nottata dei play-off: riscatto dei Lakers

NBA, tre partite, tre storie diverse e un’unica costante: spettacolo puro. I Lakers risorgono nel nome di Luka Doncic, Oklahoma dilaga come se giocasse su un altro pianeta, Indiana balla sull’orlo del burrone, ma con Pascal Siakam a tenere il ritmo. Questa post season sta già prendendo fuoco e il meglio deve ancora arrivare.

Los Angeles Lakers-Minnesota Timberwolves 96-85

I Lakers rispondono. Forte. Dopo il -22 di Gara 1 serviva una scossa. Luka Doncic si presenta da predicatore col fuoco negli occhi e martella subito: 9 punti nei primi 6’, tripla e +15, poi +19 a fine primo quarto (34-15). Lo sloveno è on fire: 16 punti nei primi 12 minuti, più di tutti i Timberwolves messi insieme. Sembra un concerto solista.

I Wolves faticano a rispondere. Naz Reid ha 3 falli dopo nemmeno 3’ del secondo periodo, Rudy Gobert è un bersaglio mobile in area, attaccato in ogni modo da Doncic. L’attacco di Minny è a folate, confuso, senza ritmo. E quando tiri 5/25 da tre in una partita playoff, il destino è quasi segnato.

Julius Randle ci prova, 27 punti e cuore, il suo massimo ai playoff. Buon impatto anche del rookie Shannon. Edwards? Prova ad accendere i suoi con una schiacciata da poster in avvio di ripresa, ma non basta. Dopo tre quarti è 81-65 Lakers, Doncic è a un assist dalla tripla doppia ma si ferma lì.

Nel finale tocca a LeBron. I Timberwolves tornano a -9, ma è una fiammata effimera. Doncic cala, LeBron sale di tono e chiude la pratica. Serie sull’1-1, e ora si vola a Minneapolis per Gara 3.

Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 125-108

Pascal Siakam è un’onda travolgente. Segna il canestro decisivo, ne mette 24 con 11 rimbalzi e comanda il ritmo della partita come un direttore d’orchestra. I Pacers dominano dal primo istante: partono 31-16 con un 11/13 al tiro fulminante, poi 40-30 alla fine del primo quarto.

I Bucks sono un cantiere confuso. Rientra Damian Lillard dopo un mese di stop per i coaguli di sangue, non certo una sciocchezza. Gioca 37 minuti, segna 26 punti, e tiene viva Milwaukee fino alla fine. Ma quando conta, manca il colpo grosso. Tripla del -2 con 2′ da giocare, poi blackout.

Doc Rivers è un freno. Il coaching staff sembra guidato da un’altra epoca. Antetokounmpo fa il mostro d’area (34+18), ma da solo non può coprire tutte le falle. Kuzma disastroso nei momenti chiave. Brook Lopez? In slow motion. Bobby Portis è l’unico altro a salvarsi con 14 punti nel primo tempo.

Indiana gioca la sua pallacanestro: corre, segna in transizione, alza il ritmo. Haliburton banchetta in penetrazione (16 punti), Lillard sembra lontano dai giorni migliori. I Bucks risalgono fino al -2, ma Nemhard e Siakam chiudono i conti con due triple chirurgiche. Serie sul 2-0, ora si va a Milwaukee. Ma se Doc non cambia musica, sarà un altro ballo triste.

NBA, notte di conferme e di riscatti

Oklahoma City Thunder-Memphis Grizzlies 124-102

Altro giro, altra batosta. Dopo il +51 di Gara 1, i Thunder dominano ancora, anche se stavolta i Grizzlies evitano il tracollo epocale. Restano in partita fino al terzo quarto, tornando a -8, ma finiscono col perdere per la sesta volta su sei stagionali contro OKC, sempre in doppia cifra di scarto.

I Big Three sono splendenti. Shai Gilgeous-Alexander è ovunque (27 punti), Jalen Williams 24, Chet Holmgren 20. I Thunder giocano con leggerezza e ferocia allo stesso tempo. Partono 22-9, chiudono il primo quarto 32-17, allungano al 70-52 a metà.

Memphis va a strappi. Ja Morant segna il suo primo canestro dal campo a 9′ dall’intervallo, poi guida un mini-parziale di 11-2. Ma basta una distrazione dei Thunder e subito tre triple di fila li rimettono al loro posto. Il colpo di grazia arriva nel quarto periodo. I Grizzlies non segnano per oltre 4’, mentre i Thunder chiudono. Dalla panchina Alex Caruso è un martello difensivo. Serie sul 2-0, prossimo appuntamento a Memphis. Ma serve un miracolo, non solo un cambio campo.

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