
NBA, ci sono stagioni che sembrano scolpite nella grazia. Per i Thunder, questa è una di quelle. Giovani, affamati, scatenati: Oklahoma City ha distrutto Denver in Gara 1, e ha iniziato la finale della Western Conference facendo capire a tutti che se quest’anno ha già vinto tanto non è per caso. La squadra di coach Daigneault è una macchina da guerra. Ma soprattutto ha Shai Gilgeous-Alexander, il faro di una rivoluzione cestistica che sa di presente e di futuro.
I Thunder stravincono Gara 1 dominando il secondo tempo contro i Wolves limitati ad appena 88 punti. Oklahoma City difende come le super squadre Nba degli anni '80 e '90, è il miglior complimenti le si possa fare su quella metà campo. Per MInnesota si salva solo Randle https://t.co/vWFEJ89oip
— Riccardo Pratesi (@rprat75) May 21, 2025
Oklahoma City Thunder – Minnesota Timberwolves 114-88 (serie 1-0)
Oklahoma City distrugge i Minnesota Timberwolves con un +26 che non ammette repliche. Dopo due quarti combattuti, si è vista una Gara 1 senza storia. I Thunder hanno disputato un secondo tempo da incorniciare e hanno mostrato al mondo la miglior versione possibile del loro basket: feroce dietro, fluido davanti.
Shai ne mette 31 e si prende il palcoscenico con la solita calma da predicatore e con i suoi colpi da cecchino. Jalen Williams si accende nella ripresa, Chet Holmgren comanda l’area, Hartenstein combatte su ogni pallone, e dalla panchina Caruso e Wallace portano difesa e ritmo. Ma soprattutto, i Thunder fanno vedere i sorci verdi a un attacco di Minnesota che naufraga tra palle perse (17!) e triple sbagliate (15 su 51, un horror).
Julius Randle ci prova con tutto quello che ha: chiude con 28 punti e tiene a galla i suoi fino a metà gara. Ma è l’unico a salvarsi. Anthony Edwards gioca è in serata no, zoppica a tratti, non segna nemmeno un punto nel quarto periodo. Gobert viene panchinato, Naz Reid sbaglia tutto il possibile e coach Finch assiste impotente allo scollamento offensivo dei suoi. Contro una difesa monstre come quella di OKC, i Wolves sono stati confusi e inconsistenti.
L’avvio è tutto di Minnesota: 8-0, ma dura poco. Edwards prende un tecnico, SGA comincia la sua maratona in lunetta, Jalen Williams vola in transizione e segna il sorpasso Thunder (17-16). I Wolves pasticciano: 6 palle perse in 7’, ma chiudono avanti 23-20 grazie alle fiammate di Randle.
NBA, Oklahoma: gli ultimi due quarti sono un uragano
Il secondo quarto è una battaglia fisica: Oklahoma tira col 35%, Minnesota col 38%. Edwards si fa male (caviglia), ma rientra. Randle infila due bombe nonostante le attenzioni asfissianti di Caruso e porta i suoi sul 47-38. Si va al riposo lungo con i Wolves avanti 48-44, nonostante un 2/13 dal campo per Gilgeous-Alexander.
Poi Oklahoma cambia volto. Holmgren segna il 49-48, e inizia un parziale di 17-2 che è il sigillo definitivo. Williams segna dalla media, SGA torna dominante: 12 punti nel 3° quarto. I Thunder volano 76-66 dopo 36’, e nell’ultimo quarto mettono il lucchetto alla partita.
Holmgren giganteggia, i Wolves crollano. Gobert resta in panca, Edwards sparisce, Randle si spegne. Il Paycom Center è una bolgia, i Thunder chiudono in scioltezza e mandano un messaggio chiaro: questa è una squadra vera, tosta, pronta a tutto. Si torna in campo giovedì 22 maggio alle 2.30 (ora italiana), ancora ad Oklahoma. I Thunder ci arrivano col vento in poppa. I Wolves con tanti, troppi dubbi.
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