
Alla vigilia del Mondiale di ciclismo su strada di Kigali, Remco Evenepoel lancia la sfida: “Ho un piano preciso. C’è Pogacar? Non m’importa“. Il campione del mondo 2022, protagonista già nella cronometro, parla con tono diretto e senza filtri a poche ore dal via della corsa più attesa dell’anno. Un approccio che rompe la monotonia delle dichiarazioni preparate e infiamma la vigilia.
Sotto lo striscione d’arrivo, nel volto grondante fatica e sudore di Jonas Vingegaard c’era ancora un abbaglio di speranza. Sotto lo striscione d’arrivo, nel volto grondante fatica e sudore di Remco Evenpoel quell’abbaglio era scomparso#TDF2025 https://t.co/k3YPfqxjwA
— Giovanni Battistuzzi (@giostuzzi) July 18, 2025
Il percorso ruandese è inedito e durissimo: nove giri del circuito cittadino e poi l’ascesa verso il Mount Kigali, con tratti tra i 1.400 e i 1.500 metri di quota. Mancano nomi pesanti come Vingegaard, Van der Poel e Van Aert, che hanno deciso di non esserci. Evenepoel commenta senza mezzi termini: “Si perdono un’opportunità, non mi sembra la decisione migliore, peggio per loro“. (continua dopo la foto)

Il Belgio lo vede come il favorito numero uno, ma tutti parlano del duello con Tadej Pogacar, deciso a vendicare la sconfitta nella cronometro. Evenepoel ribatte: “Per me non cambia nulla. Abbiamo preparato il Mondiale con un piano preciso prima della crono e non l’abbiamo modificato. Bisogna solo restare coi piedi per terra e ricordarsi che Tadej è uno dei migliori ciclisti degli ultimi anni”.
Sulla lista degli outsider, Evenepoel indica due nomi sicuri, Pidcock e Del Toro, e apre a Carapaz e Bernal ma con qualche riserva: “Questa è una corsa di un giorno, non un grande giro. Sì, siamo in altura, ma non troppo. Bernal non è così esplosivo e con Carapaz non si sa mai, ma li mettiamo nella lista dei possibili vincitori“.
Il Mondiale in Rwanda è storico: è la prima volta che si corre in Africa. Evenepoel dedica un messaggio agli atleti africani: “Ai ragazzi africani dico prima di tutto di divertirsi e godersi il momento. Poi di lavorare duro e non smettere di sognare. Forse oggi non andrà bene ma, se insisteranno, faranno strada”.
Sul percorso ha le idee chiare: “Il Mount Kigali è lo snodo importante. Dopo nove giri sul circuito avremo già tanta fatica nelle gambe. Ci sono tratti veramente ripidi, tosti, molti andranno in difficoltà. Personalmente non vedo l’ora che arrivi”. Alla domanda se attaccherà proprio lì, Evenepoel ha sorriso: “E chi lo sa?“. (continua dopo la foto)

Dal 1994, anno in cui è stata introdotta la cronometro, nessuno ha mai centrato la doppietta crono+strada ai Mondiali. Evenepoel ci prova ma resta prudente: “Potevo farla l’anno scorso ed è andata male. È bello pensarci ma inutile parlarne prima, bisogna farlo dopo il traguardo“.
Sul suo stato di forma rassicura: “Sto bene. Ho faticato i primi due giorni, dal terzo mi sono adattato a clima, altitudine e qualità dell’aria“. Alla domanda sui piccoli disagi logistici citati da Pogacar, Evenepoel minimizza: “Non ricordo di avere avuto problemi con i taxisti. Qui il traffico è normale, fuori città è stato un piacere per gli occhi. E l’aria è buona”.
Infine, un pensiero che faraà piacere ai tifosi italiani sul talento di Lorenzo Finn, vincitore azzurro del Mondiale Under 23 e possibile futuro compagno alla Red Bull: “Mi ha impressionato. È al primo anno negli Under 23, ha 18 anni, ha già due ori mondiali. Ha un grande futuro davanti, sembra brillante e intelligente. Non vedo l’ora di conoscerlo”.
Leggi anche:
- Mondiali di ciclismo U23, trionfo azzurro: vince Lorenzo Finn per distacco
- Ciclismo, Pogacar si avventa sul Mondiale: “Sarà tutta un’altra storia”