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Milan, sarà rivoluzione, ma forse solo a metà: e non si sa se qualcuno pagherà per la stagione fallimentare

Milan, l’ultima settimana di maggio scivola via nel silenzio e nell’anonimato, come buona parte della stagione. Nessuna emozione, a parte la Supercoppa. Per il resto, una lunga lista di occasioni mancate e decisioni rinviate. In mezzo a tutto questo, un’unica certezza: Sergio Conceiçao non sarà più l’allenatore. La sconfitta con la Roma ha messo il timbro definitivo su un’esperienza che pareva sbagliata già in partenza.

Non si salva quasi nulla: dirigenti, tecnico, giocatori. Il fallimento ancora più evidente è quello del progetto Milan Futuro, presentato come un laboratorio di giovani talenti e naufragato in un ibrido senza identità, con relativa retrocessione in serie D. Un esperimento mal gestito, tanto sul campo quanto in sede, che ha sottratto risorse senza produrre valore.

In campo, la situazione è anche peggiore. Leao e Theo Hernandez, intermittenti e a volte irritanti, non a caso. Maignan, a tratti irriconoscibile: non solo lontano dagli standard a cui aveva abituato, ma addirittura colpevole diretto in diverse occasioni importanti. Poi si è ripreso nella parte finale di stagione, ma la frittata (soprattutto in Champions) ormai era fatta.

La difesa nel suo complesso ha mostrato lacune gravi, mai risolte. E poi ci sono i comprimari, da Musah a Loftus-Cheek, passando per Joao Felix e Walker: qualcuno c’era già, qualcuno si è aggiunto a gennaio, ma in ogni caso non hanno mai dato l’impressione di poter dare qualcosa in più al gruppo.

Con la mancata qualificazione alle coppe, il Milan dovrà fare i conti con un buco di bilancio importante. La conseguenza più logica? Ogni proposta di acquisto dei giocatori in rosa sarà valutata. Nessuno è davvero intoccabile, forse neppure Reijnders, tra i pochi a mantenere una certa continuità e l’unico a vantare un mercato concreto all’estero.

Altri, invece, non saranno nemmeno riscattati. Conceiçao saluterà, ma non sarà solo. Il repulisti tecnico potrebbe essere anche profondo, ma a Casa Milan il rinnovamento rischia di sembrare solo un maquillage. Sul fronte dirigenziale tutto tace, mentre Zlatan Ibrahimovic continua a godere di una fiducia quasi mistica da parte della proprietà.

Intanto, il casting per il nuovo direttore sportivo prosegue da gennaio. Dopo una sfilata di candidati che ha incluso almeno cinque o sei profili, l’ultimo nome è quello di Lee Congerton, ex scout con trascorsi all’Atalanta ma poca esperienza diretta come Ds. Il suo arrivo, se confermato, andrà comunque approvato dalla proprietà, che secondo voci provenienti da ambienti finanziari (ma senza conferme ufficiali), sarebbe alla ricerca di soci di minoranza.

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