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Mattarella ricoverato, cos’è e a cosa serve il pacemaker

Mattarella ricoverato, cos’è e a cosa serve il pacemaker. Nessuna emergenza, nessun allarme. Solo un intervento programmato, svolto con discrezione. Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, è stato sottoposto all’impianto di un pacemaker presso l’ospedale Santo Spirito di Roma. Una giornata normale, scandita dalle abituali attività istituzionali, che ha avuto un epilogo in sala operatoria per un’operazione tanto delicata quanto ormai routinaria in ambito medico. Ma che cos’è davvero un pacemaker? E perché diventa necessario? (Continua a leggere dopo la foto…)

Mattarella ricoverato per l'impianto del pacemaker

Sergio Mattarella operato: qual è la situazione

Dopo l’intervento per l’installazione di un pacemaker, a Sergio Mattarella sarà necessario circa una settimana di riposo. Il capo dello Stato è stato ricoverato ieri presso l’ospedale Santo Spirito di Roma. Inizialmente si era parlato genericamente di disturbi cardiaci, ma successivamente il Quirinale ha chiarito che si trattava di un intervento programmato, finalizzato proprio all’impianto del dispositivo. Il periodo di degenza dovrebbe concludersi entro 48 ore, permettendo così al presidente di rientrare a casa in tempo per le celebrazioni pasquali. Intanto, nel tardo pomeriggio di ieri, è stata annullata l’udienza relativa alla consegna dei Premi Leonardo. Ma cosa comporta questo intervento e perché si è reso necessario nel caso del presidente della Repubblica? (Continua a leggere dopo la foto…)

Mattarella ricoverato al Santo Spirito di Roma per l'impianto del pacemaker

Un cuore sotto controllo: il ruolo del pacemaker

Il pacemaker, in termini semplici, è un dispositivo elettronico grande quanto una monetina, ma capace di compiere un’impresa straordinaria: regolare il battito cardiaco quando questo tende a rallentare o a fermarsi. Viene impiantato sotto la pelle a livello del torace e collegato al cuore tramite elettrocateteri. La sua missione? Rilasciare piccole scariche elettriche che stimolano le camere cardiache, ripristinando la regolarità del battito.

All’interno di questo piccolo concentrato di tecnologia si trova una batteria con una durata media tra i 7 e i 10 anni, e la sua evoluzione ha raggiunto livelli sorprendenti: molti pacemaker sono oggi dotati di connessione wireless, che consente un monitoraggio continuo anche a distanza. Non esiste un solo modello universale, ma una vasta gamma pensata per rispondere alle diverse esigenze dei pazienti.

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