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Roberto Mancini: “Troppi errori, la Sampdoria non sarebbe retrocessa, cosa fare ora”

Roberto Mancini è molto legato alla Sampdoria, e la retrocessione del club in serie C lo ha toccato profondamente. Genova si è svegliata spaccata in due: da una parte lacrime, dall’altra (quella genoana) cori e fuochi d’artificio. Il tifo blucerchiato è sotto shock, smarrito, ferito. Ma non è solo. L’ex allenatore della Nazionale, consigliere del club, tra un post su Instagram e un’intervista a Il Secolo XIX, ha voluto lanciare un messaggio di amore, responsabilità e speranza.

“Il momento è il più difficile”, ha detto Mancini, “ma i tifosi della Sampdoria sono sempre stati speciali e sapranno stare vicino alla squadra. Dico loro quello che diceva Paolo Mantovani: finché i tifosi della Samp canteranno, non avremo problemi per il futuro”.

Con la sincerità che lo contraddistingue, Mancini ha anche lasciato affiorare un pensiero carico di rimpianto: “Se Evani e Lombardo ci fossero stati dall’inizio, la Samp avrebbe fatto i playoff. Ma ormai è inutile parlare di questo. Bisogna accettare ciò che è successo, rimboccarsi le maniche e guardare avanti”.

E se il futuro resta un’incognita, l’ex ct della Nazionale – che ha vissuto i fasti della Sampd’oro con Gianluca Vialli e l’abbraccio della Sud dopo lo storico scudetto – non nasconde le sue emozioni: “Io per la Samp ci sarò sempre, l’ho detto e lo ribadisco. Purtroppo non posso più scendere in campo, ma il mio amore per questi colori non cambia”.

Ora bisogna restare uniti”, ha detto l’ex campione blucerchiato. Mancini ha poi ammesso di non aver ancora parlato con il figlio Andrea, né con il presidente Manfredi: “È troppo presto per pianificare, non sono nemmeno passate 24 ore. È il tempo di metabolizzare, di capire, di stringersi tutti insieme”.

Roberto Mancini. “Samp, è il momento di restare uniti”

L’ex numero 10 non ha nascosto le difficoltà della prossima sfida, quella della Serie C: “È una categoria che non conosco. So però che è dura, anche più della B. Ci vogliono competenze, conoscenze. Io ho visto solo qualche allenamento a fine stagione, non posso giudicare cosa sia stato fatto o meno. Ma so una cosa: serve compattezza, ora più che mai”.

La caduta fa male, è inutile negarlo. Ma nelle parole di Mancini c’è una fiammella di speranza, un’idea di futuro che si potrà concretizzare solo se tutto il mondo Sampdoria saprà restare unito. Perché se è vero che “i tifosi sono i migliori del mondo, anche in Serie C”, allora da lì bisogna ripartire. Con orgoglio. Con fatica. Ma anche con la consapevolezza che, finché si canterà, nulla è davvero perduto.

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