Come nascono le tifoserie
Come nascono le varie tifoserie? Sempre Mario Curreli che su LucidaMente scrive: “È così che, ad esempio, a Milano alla tifoseria del Milan venivano associati proletari, operai, lavoratori manuali, tant’è vero che vennero soprannominati cascavìt, mentre a quella dell’Inter il mondo borghese. A Torino la Juventus inizialmente era in auge tra imprenditori, intellettuali e studenti; ma, con l’acquisizione della proprietà da parte di Edoardo Agnelli, che causò un avvicinamento tra il “mondo Fiat” e il mondo juventino, anche gli operai iniziarono a simpatizzare per la compagine bianconera. In seguito, il quinquennio d’oro avvicinò alla Juventus appassionati da varie parti d’Italia, facendo diventare quello juventino un tifo nazionale, abbandonando la connotazione campanilistica. Negli anni a seguire anche Inter e Milan divennero due club che poterono vantare numerosissimi sostenitori in tutto il Paese”. (Continua a leggere dopo la foto)
Poi Curreli ha aggiuto: “Il tifo conobbe la propria consacrazione anche nei luoghi della socialità e il simbolo ne divenne il bar. Era qui che gli appassionati potevano leggere le notizie sportive sui giornali e discuterne tra loro: nacque così l’embrione della figura romantica del tifoso trepidante che aspetta tutta la settimana la partita della domenica per seguire le vicende della propria squadra del cuore, che esplose definitivamente nel secondo dopoguerra. Oggetto invece della socialità divenne la radio: quando la squadra era in trasferta e i tifosi non potevano seguirla essa era l’unico mezzo per conoscerne i risultati. Tuttavia, le comunicazioni erano ancora precarie e lente e molto spesso le sedi dei quotidiani, che avevano le notizie quasi in tempo reale, divenivano luogo di assembramenti di persone in attesa delle notizie dai campi”. Vediamo ora insieme, come dagli stadi, il tifo sia passato anche ai social nei tempi moderni e quali sono le tifose più sexy del calcio italiano.
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