
Maurizio Sarri è pronto a rimettersi al timone della Lazio, un anno e mezzo dopo le dimissioni che avevano chiuso la sua prima avventura sulla panchina biancoceleste. E il ritorno è accompagato da parole forti, pronunciate poche ore prima dell’inizio del ritiro estivo a Formello: “Sono tornato perché il percorso non era stato completato e non potevo lasciare il popolo nel momento in cui ha un problema”.
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— RadioseiLazio (@radiosei) July 9, 2025
Il ritorno del Comandante non era affatto scontato. Il blocco al mercato imposto alla Lazio ha alimentato fino all’ultimo dubbi sulla ripartenza del progetto con l’ex tecnico di Napoli e Juve. Ma Sarri, intervenuto a margine del Premio Sportilia 2025 a Santa Sofia, ha voluto chiarire le motivazioni profonde che lo hanno spinto a dire sì.
“Mi ero dimesso perché avevo problemi personali“, ha spiegato, “che non mi consentivano di affrontare i problemi del calcio. Non riuscivo a dare quello che volevo dare. Adesso invece so di poterlo fare”.
Sarri ha anche raccontato i mesi trascorsi lontano dal campo: “Nei primi mesi di disoccupazione non mi sono occupato di calcio assolutamente, negli ultimi due-tre invece ho visto 1.000 partite e 1.000 giocatori, e mi ritrovo col mercato bloccato”, ha detto con un’ironia amara che riflette tutta la complessità del momento biancoceleste.
Ora il Mister toscano dovrà lavorare con l’organico lasciato in eredità da Marco Baroni, senza possibilità di modifiche, colpi di mercato o rinforzi. Il compito sarà doppio: ricostruire la squadra e rigenerare l’ambiente, reduce da settimane complicate e scosso dalle vicissitudini societarie.
Sarri ha deciso di tornare nonostante tutto, legandosi ancora a una piazza che lo aveva adottato e in cui, oggi, vuole concludere ciò che aveva iniziato. Un ritorno di parola e di cuore, come ha voluto sottolineare lui stesso: “Non potevo voltare le spalle alla Lazio in un momento difficile”.
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