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L’All-Star Game 2019 è di Lebron, ma è basket da record

L’All-Star Game 2019 è di Lebron, ma è basket da record

È dal mese scorso che ne parliamo, quando ancora non erano stati definiti i 10 starters dell’NBA All-Star Game del 2019. L’attesa è volata, e la big night ha ormai emesso i suoi verdetti. E abbiamo finalmente potuto godere di tutto quel che gira intorno al weekend più atteso dagli appassionati di basket, non solo statunitense. Che quest’anno – al di là della incredibile rimonta (che ha fissato il risultato sul 178 a 164 per il Team LeBron sul Team Giannis) – sarà ricordato per una serie di curiosità e qualche record.

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I protagonisti dell’All-Star Game 2019

Alla fine sul parquet di Charlotte – dove l’evento tornava dopo quasi trent’anni (dopo aver perso l’All-Star Game 2017 per il discriminatorio House Bill 2) – sono scesi in campo Kemba Walker, Kyrie Irving, Kawhi Leonard, Giannis Antetokounmpo e Joel Embiid da un lato contro Stephen Curry, James Harden, Kevin Durant (MVP e autore di 31 punti decisivi), Paul George e LeBron James dall’altro dando vita a una partita ricca di canestri e spettacolo. Come da tradizione, d’altronde. E come altrimenti non avrebbe potuto essere visto lo schieramento di forze in campo…

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Il venerdì è di celebrità e matricole

Nonostante due anni fa sia cambiata la denominazione delle squadre, nei fatti la formula è quella di sempre (dove più, dove meno). E mentre la squadra della Eastern Conference continua a guidare, per 38 a 30 (nonostante la sconfitta di ieri), l’All-Star Weekend continua a offrire ai fan il Celebrity Game e la MTN DEW ICE Rising Stars Challenge di Rookies e Sophomore del venerdi e il trittico delle meraviglie del sabato. Per molti Skills Challenge, schiacciate e tiri da tre punti sono persino più spettacolari della partita domenicale vera e propria… Soprattutto ripensando al trionfo del 2014 di Marco Belinelli, che divenne il primo e unico italiano ad aver vinto – oltre al titolo con i San Antonio Spurs – il Three-point Shootout.

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Sabato di gloria per i campioni di schiacciate e ‘bombe’

Consolazione per qualcuno, palcoscenico ideale per altri, le tre prove hanno indubbiamente il loro fascino. Come sanno gli sponsor, che hanno pagato a caro prezzo la possibilità di ribattezzarle – rispettivamente – Taco Bell Skills Challenge, Verizon Slam Dunk e JBL Three-Point Contest. Quelle di quest’anno passeranno agli annali come quelle vinte da Jayson Tatum (Boston Celtics), Joe Harris (dei Brooklyn Nets, capace di avere ragione di Steph Curry in finale, dopo che Dirk Nowitzki era uscito al primo turno) e da ‘Superman’ Hamidou Diallo (Oklahoma City Thunder). Il dominatore della prova vinta con una schiacciata a ‘tutto braccio’, usando Shaquille O’Neal come trampolino, era già riuscito a saltare 113cm in verticale all’Under Armour NBA Draft Combine del 2017 (il secondo più alto nella storia della sfida).

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Le squadre cambiano, gli sponsor anche

D’altronde l’attenzione degli sponsor è sempre molto alta in occasioni come questa, visto che la gara ad accaparrarsi i nomi di maggior appeal o i giovani di maggiori prospettive è sempre aperta. Ancor più dopo l’ultima fase di Trade, che potrebbe dare una impronta molto forte all’NBA di oggi e di domani, e le possibilità che potrebbero emergere da tagli del calibro di Jeremy Lin (passato da Hawks ai Raptors). In attesa di sapere di più della sorte di campioni come ‘Melo’ Anthony (lo vedremo a Los Angeles?), Greg Monroe, Marcin Gortat, Enes Kanter e altri, si registrano degli scossoni non indifferenti nella ‘speciale’ classifica redatta annualmente da Forbes.

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Forbes insegue i più ricchi

Si parla della top ten dei cestisti in grado di muovere un indotto più alto, a prescindere dall’entità dell’ingaggio… Top ten dalla quale nell’ultimo anno sono usciti Kyrie Irving, Dwayne Wade e Klay Thompson a scapito di Chris Paul, Blake Griffin e Paul George. E se il balzo in avanti di ‘capitan’ Antetokounmpo (da 13 a 19 milioni di endorsement, per un totale di 43.2 totali), i primi cinque sono sempre loro: LeBron James (53 e 88.7 totali), Stephen Curry (42 e 79.5), Kevin Durant (35 e 65), Russell Westbrook (18 e 53.7) e James Harden (17 e 47.4).

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